L’Ue presenta la legge salva-clima, ma Greta la boccia

La presidenta della Commissione europea Ursula von der Leyen (S) accanto ala giovane attivista svedese del clima Greta Thunberg (D) in una riunione dell'organismo della Ue a Bruxelles.
La presidenta della Commissione europea Ursula von der Leyen (S) accanto ala giovane attivista svedese del clima Greta Thunberg (D) in una riunione dell'organismo della Ue a Bruxelles. (ANSA)

BRUXELLES.  – L’Unione europea vuole essere il primo continente a zero emissioni e lo mette nero su bianco in un regolamento: entro il 2050 le emissioni e la riduzione di CO2 dovranno essere in equilibrio a livello Ue. “State ammettendo la resa, rinunciate all’Accordo di Parigi e a fare tutto il possibile per dare un futuro sicuro ai vostri figli”, ha scandito per tutta risposta l’attivista svedese Greta Thunberg, intervenendo di fronte alla commissione ambiente del Parlamento Ue. Si fa troppo poco e troppo lentamente per “spegnere l’incendio della casa”, ha sottolineato l’attivista.

Un concetto già espresso molte volte, fatto proprio dalla quasi totalità delle Ong ambientaliste europee che chiedono all’Unione un taglio della CO2 del 65% al 2030 e zero emissioni già nel al 2040. Altrimenti addio Accordo di Parigi. Greta lo ha ribadito stamattina ai commissari Ue e, molto probabilmente, lo farà anche domani al cospetto dei ministri dell’Ambiente che si riuniranno a Bruxelles.

Questione di “misure”, commenta il vicepresidente della commissione Frans Timmermans, convinto che l’Ue stia dando una risposta politica ai movimenti studenteschi che hanno preso Greta a modello e sfileranno ancora a Bruxelles venerdì prossimo. “L’analisi di Greta è basata sull’approccio del bilancio di carbonio, secondo cui gli obiettivi di riduzione dovrebbero essere più alti”, ha detto il laburista olandese.

“Io ho provato a spiegarle che noi usiamo un altro approccio e siamo più ottimisti di lei sulle tecnologie emergenti. Un fatto è certo: se non ci fosse stata lei probabilmente oggi non staremmo neanche discutendo una legge sul clima”. Anche se per ottenere il via libera dei governi sulle emissioni zero ci sono voluti sei mesi di negoziato, con la Polonia che alla fine si è chiamata fuori.

Le reazioni del mondo produttivo, imprese e sindacati, sono tuttora caute. “Siamo d’accordo sull’obiettivo ma bisogna arrivarci in maniera praticabile”, è la posizione di BusinessEurope. “Il sostegno sindacale – chiariscono dalla Etuc – è subordinato a una transizione ben finanziata che offra posti di lavoro di qualità e adeguata protezione sociale”.

La legge sul clima annuncia una prima proposta per aumentare il taglio della CO2 al 2030 entro settembre e prevede ampi poteri alla Commissione per aggiustare la ‘traiettoria’ di riduzione delle emissioni ogni 5 anni, con proposte di modifica nel 2021 ai regolamenti chiave delle politiche Ue per il clima: dal mercato Ets all’efficienza energetica, dalle rinnovabili alle emissioni in agricoltura e trasporti.

L’Italia e altri 11 Paesi hanno già chiarito via lettera che vorrebbero accorciare i tempi, con nuovi target al 2030 già in giugno, e l’Europarlamento è orientato a chiedere più vincoli a livello nazionale. Con il pacchetto presentato oggi la Commissione europea ha fatto partire la procedura per la revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia e le valutazioni di impatto sul futuro meccanismo di adeguamento del prezzo del carbonio alle frontiere. Due dossier su cui è al lavoro il commissario all’Economia Paolo Gentiloni.

(di Angelo Di Mambro/ANSA)

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