Formula1: Mercedes guida la rivolta contro Fia e Ferrari

Un auto Mercedes F1.
Un auto Mercedes F1. (ANSA)

ROMA. – Non bastasse l’incognita agitata dal coronavirus, sulla Formula 1 prossima al via (12-15 marzo in Australia) scoppia la bomba gettata dai sette team non motorizzati Ferrari, capitanati dalla Mercedes. In una nota congiunta le sette scuderie – McLaren, Mercedes, Racing Point, Red Bull, Renault, Alpha Tauri e Williams – si dicono “sorpresa e choccate” per “l’accordo confidenziale” che ha chiuso le indagini sulla power unit utilizzata dalla Ferrari lo scorso anno, da fine agosto in poi, reso noto venerdì.

Una dura presa di posizione che, in sostanza, rifiuta l’accordo segreto Fia-Ferrari, chiede trasparenza e ipotizza anche un ricorso alle vie legali per ottenere risarcimenti.  “Con la presente dichiariamo pubblicamente il nostro comune impegno a cercare informazioni complete e appropriate su questo argomento, al fine di garantire che il nostro sport tratti tutti i suoi concorrenti in modo equo” scrivono i firmatari. “Chi stabilisce le regole di uno sport internazionale ha la responsabilità di agire con i più alti standard di integrità e trasparenza – aggiungono – Dopo mesi di indagini che sono state intraprese dalla FIA solo in seguito alle richieste di alcune squadre, ci opponiamo fermamente alla volontà di concludere un accordo confidenziale con la Ferrari per chiudere il caso”.

Il 28 febbraio la Fia aveva annunciato, “dopo approfondite indagini tecniche”, di aver “concluso la sua analisi sul funzionamento della power unit della Scuderia Ferrari di Formula 1” ed aver “raggiunto un accordo con il team”, i cui dettagli rimarranno “riservati”. Il comunicato, emesso dieci minuti prima della fine dei test invernali, aggiungeva che “FIA e Scuderia Ferrari hanno assunto un certo numero di impegni tecnici che miglioreranno la sorveglianza di tutti i gruppi propulsori di F1 nelle prossime stagioni e assisteranno la FIA nelle sue altre attività normative in Formula 1 e nelle sue attività di ricerca sulle emissioni di carbonio e i biocarburanti”.

Parole che non hanno fugato i sospetti di diversi team sulla seconda metà della scorsa stagione. In particolare sulla conformità di alcune modifiche, dopo un aumento di velocità in rettilineo delle Rosse, particolarmente evidente nelle qualifiche dopo la pausa estiva. Prima del Gran Premio del Messico, la Red Bull aveva chiesto – e ottenuto – un chiarimento da parte della FIA sulla misurazione del flusso di carburante, limitato dalle normative, prendendo di mira la Ferrari.

Capitolo coronavirus. Il calendario per ora è salvo, ma Ross Brawn, responsabile Motorsport di Liberty Media, è stato chiaro: La Formula 1 non è disposta ad affrontare una Gp in un Paese che impedisca anche ad una sola squadra di entrarvi. “Comunque non una gara del mondiale, perché non sarebbe leale” ha spiegato.

Il Bahrein (20-22 marzo) ha adottato misure speciali per garantire che la sua tappa del mondiale si svolga regolarmente, mentre il  Vietnam (3-5 aprile) ha imposto un periodo di quarantena di 14 giorni per chi viaggia dall’Italia.