Emergenza Coronavirus, Rettore Politecnico di Milano: “Aule virtuali per quarantamila”

Il Politecnico di Milano: l'edificio che ospita il Rettorato.
Il Politecnico di Milano: l'edificio che ospita il Rettorato. ANSA / POLITECNICO DI MILANO

MILANO. – In seguito all’emergenza Coronavirus sono già 2.500 e diventeranno 40 mila gli studenti del Politecnico di Milano che frequenteranno i corsi in aule virtuali, grazie all’e-learning messo in campo dall’ateneo.

“Sono 2.500 gli allievi che sono partiti ieri e hanno regolari corsi in aule virtuali. – ha detto il rettore Ferruccio Resta a margine di una conferenza stampa con il Conservatorio di Milano -. Andremo a regime con circa 40 mila studenti lunedì prossimo, piano piano li inseriremo”.

Anche le lauree saranno virtuali, a distanza: “giovedì ci sono 1.200 lauree che faremo tutte a distanza. Non possiamo fare festa con le famiglie e quindi abbiamo rimandato, a quando sarà possibile, un Graduation Day per invitare qua tutte le famiglie dei 1200 laureati”.

Il Politecnico ha deciso di non rimandare le lauree perché questo “permette poi l’inserimento nel mondo del lavoro, o in altro tipo di formazione, e quindi rinviarle creava problemi allo studente”.

Certo per il rettore di una delle più importanti università italiane il periodo che stiamo attraversando “è surreale perché non avere aule e giardini gremiti di studenti ci rattrista”.

Però questa emergenza è anche una opportunità. “Le università quindi saranno accelerate da questo percorso di digitalizzazione dell’offerta formativa e quindi mi aspetto, tra un mese o due, di fare un punto serio sulle opportunità che il digitale ci ha dato e inserirle nella nostra formazione già dal prossimo anno accademico”.

Alla domanda se si aspetta un’apertura degli atenei per la prossima settimana, Resta ha risposto di aspettarsi “che le scuole saranno le prime ad essere riaperte e le università probabilmente le ultime, per i numeri che abbiamo”. “Muoviamo 45 mila studenti e li mettiamo in aule da 200 persone l’una, – ha concluso – quindi immagino che chi dovrà decidere avrà una attenzione maggiore per le scuole”.

(di Michela Nana/ANSA)

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