Emissioni CO2 di viaggio transatlantico sono pari a quelle uso smartphone per 50 anni

La scritta CO2 con il fumo delle ciminiere.
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ROMA. – L’uso dello smartphone e il traffico dati generano più emissioni di carbonio di un viaggio aereo transatlantico? Consuma più elettricità vedere un film in streaming o bollire un litro di acqua? Il download di una canzone famosa impiega più elettricità di un paese africano?

In un periodo di grande attenzione al clima sono mille gli interrogativi che genera l’uso massiccio del digitale. Punta a rispondere a dubbi e falsi miti lo studio di Ericsson ‘A quick guide to your digital carbon footprint’, che sottolinea come l’energia prodotta da fonti rinnovabili può ridurre le emissioni del settore dell’80%.

Il report, ad esempio, mette a confronto le emissioni prodotte dalle tecnologie (Ict) con quelle dell’aeronautica. Le prime – scrive – corrispondono all’1,4% di quelle globali e la ‘carbon footprint’ del ciclo di vita totale del comparto è pari a circa 730 milioni di tonnellate di Co2. Le emissioni prodotte dalla combustione di carburante nell’aeronautica invece sono state nel 2015 di circa 800 milioni di tonnellate.

“Pertanto – spiega Ericsson – l’Ict potrebbe essere paragonato all’aviazione ma solo per il consumo di carburante e senza tener conto delle emissioni generate da altre attività come la fabbricazione di aeroplani, il funzionamento degli aeroporti, lo smaltimento dei velivoli. In realtà, le emissioni di carbonio di un viaggio transatlantico andata e ritorno sono pari a quelle generate dall’uso di uno smartphone per oltre 50 anni”.

Inoltre, spiega Ericsson, si stima che “prodotti e soluzioni tecnologiche siano usate dal 70% della popolazione, mentre solo il 10% si sposta in aereo ogni anno. Quindi, se anche la ‘carbon footprint’ dei due settori fosse uguale, l’impatto sulla popolazione sarebbe diverso”.

Altro tema, è lo streaming e il download di contenuti. “In un confronto approssimativo – dice il rapporto – lo streaming di 400 film di due ore su un computer portatile collegato ad uno schermo esterno consumerebbe la stessa quantità di elettricità di un moderno frigorifero in un anno. Se la fruizione fosse su smartphone, si potrebbero riprodurre in streaming 2.900 film utilizzando la stessa quantità di elettricità.

E confrontando lo streaming con altre attività quotidiane, risulta che l’elettricità necessaria per portare a ebollizione un litro di acqua in un bollitore elettrico servono 0,1kWh, mentre l’elettricità necessaria per lo streaming di un video di 2 ore su uno smartphone è di 0,04kWh, rete e data center inclusi”.

Lo studio sfata anche il caso della canzone-tormentone Despacito, i cui 5 miliardi di download erano stati paragonati al consumo annuale di elettricità in Ciad, Guinea-Bissau, Somalia, Sierra Leone e Repubblica Centrafricana messi insieme.

“In genere, il download di un brano richiede 0,001 kWh – scrive Ericsson – In confronto, il consumo di elettricità dei suddetti paesi è stato di circa 1TWh nel 2017”. Infine, una considerazione sul 5G, in cui Ericsson è in campo, diretto rivale di Huawei.

“Dal punto di vista energetico – conclude – il 5G è lo standard più efficiente mai sviluppato. Le tecnologie emergenti abilitate da questa tecnologia saranno fondamentali per consentire a industrie, città e paesi di ridurre la loro carbon footprint in modo esponenziale e quindi metterci sulla buona strada per un futuro a 1,5 gradi”.

(di Titti Santamato/ANSA)