Tremano le Borse, settimana nera ricorda crisi del 2008

Persone con mascherine per proteggersi dal Coronavirus in piazza affari davanti all'ingresso della Borsa a Milano.
Persone con mascherine per proteggersi dal Coronavirus in piazza affari davanti all'ingresso della Borsa a Milano. (ANSA/Mourad Balti Touati)

MILANO.  – Nulla da fare, anche nell’ultima seduta della settimana le Borse mondiali sono scivolate sul contagio da Coronavirus: in Europa nel “venerdì nerissimo” sono stati bruciati altri 310 miliardi di capitalizzazione con cali in corso di giornata anche drammatici.

Da lunedì l’indice Euro stoxx 600, che raggruppa i principali titoli quotati sulle Borse del Vecchio continente, ha perso oltre il 12%, ricordando a molti operatori i crolli del 2008, la crisi generata dai mutui subprime Usa che spaventò il mondo. Ma le vendite non sono arrivate solo sui mercati azionari: il petrolio nell’ultima seduta a New York è arrivato a perdere oltre il 7%, sotto ai 44 dollari al barile.

Il timore è che le economie mondiali faticheranno a riprendersi dall’epidemia. O meglio, dagli effetti psicologici del nuovo virus, specie nel comparto dei consumi. Un segnale chiaro è venuto dal fatto che per quasi tutta la giornata la peggiore Borsa europea è stata quella di Francoforte, che ha pagato l’ammissione del presidente della Bundesbank Weidmann, secondo il quale l’economia della Germania potrebbe mancare le previsioni di crescita di quest’anno, già limate in precedenza.

Alla fine lo scivolone è stato del 3,1% a Londra, del 3,3% a Parigi e del 3,8% a Francoforte. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,5% sotto la soglia psicologica dei 22 mila punti dopo aver sfiorato un ribasso di cinque punti percentuali, l’Ftse All share in discesa dello 3,4%, che ha portato la sola Piazza Affari a perdere oltre 21 miliardi. Tra i titoli principali, Eni e Tim hanno perso oltre cinque punti percentuali mentre nel settore finanziario Bper ha ceduto il 4,7%, Intesa il 3,9% e Unicredit il 3,8%.

Insomma le banche non sono riuscite a contenere i cali, che nel corso della settimana sono stati anche molto ampi, a fronte di un ritorno della tensione sui titoli di Stato italiani, con lo spread tra Btp e Bund che ha chiuso a 171 punti dopo aver superato quota 180 in corso di seduta e  con il rendimento del decennale italiano oltre l’1%. Ma i problemi sono diffusi: la prima parte di seduta di Wall street ha accusato cali tra i due e i tre punti percentuali, con la Fed che, a listini aperti, ha affermato che “se necessario, è pronta ad agire in maniera adeguata per sostenere l’economia”.

In Asia l’indice della regione Msci ha perso il 2,7%, il settimo calo consecutivo per i listini dell’area, sotto il peso delle vendite che hanno colpito soprattutto i titoli industriali e del settore materie prime. Senza un segnale di un rallentamento dell’epidemia gli investitori fuggono dai mercati, con Tokyo che ha perso il 3,6%, Hong Kong il 2,8%, Shanghai il 3,7%, Seul il 3,3 per cento.

Un clima nervoso e molto volatile che non ha risparmiato anche i metalli preziosi e i beni rifugio: l’oro ha ceduto l’1% a 1.630 dollari l’oncia, l’argento ha perso oltre quattro punti percentuali. E anche quasi tutti i beni agricoli sono in calo.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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