Coronavirus, scatta emergenza in aziende contagiati

Un cartello con l'ordinanza sulla chiusura degli uffici comunali a Codogno, nel Lodigiano, come misura precauzionale dovuto al coronavirus.
Un cartello con l'ordinanza sulla chiusura degli uffici comunali a Codogno, nel Lodigiano, come misura precauzionale dovuto al coronavirus. (ANSA)

MILANO. – Sale la preoccupazione tra gli imprenditori del lodigiano e nel piacentino, in tensione per gli effetti che avrà la diffusione del contagio del coronavirus dopo la vicenda del 38enne ricoverato a Codogno (Lodi). Dal lodigiano gli imprenditori hanno preso di mira le linee telefoniche di Assolombarda per chiedere i comportanti ed i provvedimenti da adottare nel caso di dipendenti contagiati dal virus.

Il 38enne lavora con altri sessanta operai nel reparto sviluppo della sede lodigiana della multinazionale Unilever di Casalpusterlengo. Nell’azienda è scattata la procedura di emergenza e sono stati avviati i tamponi sui dipendenti per capire se qualcuno possa essere stato contagiato. I delegati sindacali della Unilever hanno incontrato i responsabili dell’azienda per discutere della situazione dopo la procedura di emergenza. Tra i lavoratori c’è “preoccupazione per quanto potrà accadere in futuro. E arrivano segnali di preoccupazione anche da altre aziende”, afferma Franco Stavi, segretario generale della Cgil di Lodi.

Nel piacentino, invece, è la Mae di Fiorenzuola d’Arda ad essere interessata dalla vicenda. Nello stabilimento lavora l’italiano rientrato dalla Cina con cui è venuto a contatto il paziente lodigiano. Il dipartimento di Igiene pubblica dell’Ausl piacentina ha già contattato il medico competente della Mae per avviare la vigilanza sui lavoratori dell’azienda, che è stata chiusa prudenzialmente per iniziativa del titolare.

Tra le aziende che si sono subito adoperate c’è Arcelor Mittal che ha inviato una lettera ai dipendenti, nella quale ha annunciato la sospensione delle trasferte verso molte aree asiatiche e ha sancito l’obbligo di lavorare da casa per i dipendenti che risiedano o abbiano avuto contatti con la popolazione dei comuni lombardi.

Gli imprenditori lodigiani, intanto, hanno preso di mira le linee telefoniche di Assolombarda per chiedere informazioni. Dall’associazione degli industriali sono state fornite tutte le informazioni ed un decalogo di comportamento, coerenti con quanto già diffuso dal Ministero della Salute e dalla Farnesina.

Il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, si è detto disponibile fin da subito a “collaborare con le istituzioni per trovare delle soluzioni che possano sostenere le imprese e i lavoratori in questa situazione di crisi”. Ci sarà l’impegno a “identificare le modalità più adeguate che vedano tutte le parti lavorare insieme per il sostegno del reddito dei lavoratori coinvolti”.

(di Massimo Lapenda/ANSA)

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