Allarme sull’ultradestra tedesca, blindate le moschee

Fiori e candele depositate in memoria delle vittime dell'attacco terroristico a Hanau, in uno dei luoghi della strage. Germania.
Fiori e candele depositate in memoria delle vittime dell'attacco terroristico a Hanau, in uno dei luoghi della strage. Germania. (ANSA-EPA/ARMANDO BABANI)

BERLINO. – Tobias Rathjen era affetto da una grave patologia psichica, secondo gli inquirenti tedeschi. Ma la strage di Hanau resta un “attentato terroristico razzista”, nella definizione data oggi dal ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer, il quale ha rilanciato l’allarme: “La minaccia della destra estrema, del razzismo e dell’antisemitismo in Germania è molto alta”, ha avvertito incontrando la stampa a Berlino.

Due giorni dopo il massacro compiuto dal bancario 43enne che ha sparato alla cieca in due shisha bar amati dalla comunità turca nella città situata a 20 km da Francoforte sul Meno, uccidendo nove persone, la Germania fa i conti con un bilancio inquietante. “Nel giro di pochi mesi ci sono stati tre attentati di estrema destra”, ha affermato ancora Seehofer. E ne sono stati evitati degli altri, con sequestri di armi automatiche, ordigni e materiale esplosivo in diverse zone del Paese. Gli estremisti disposti alla violenza sarebbero 12 mila.

E il governo intende adesso rafforzare la sorveglianza agli obiettivi sensibili, come moschee, sinagoghe, stazioni e aeroporti. C’è anche un numero telefonico a cui si potrà chiamare per segnalare emergenze. Una risposta necessaria anche per venire incontro alle preoccupazioni della comunità turca e di quella islamica, che hanno lanciato diversi appelli, chiedendo protezione.

“Tutte le vittime di Hanau erano musulmane”, ha sottolineato ad esempio il portavoce del consiglio di coordinamento dei musulmani Zekeriya Altug, secondo il quale alle manifestazione di ieri “si è detto che si vuole stare insieme, ma non si è detto insieme a chi. Un’occasione perduta”. “Bisogna finalmente agire, i musulmani hanno paura in questo paese – ha incalzato -. E non solo nelle moschee, hanno paura anche per le loro vite e per quelle dei loro figli”.

Ratjhen, che dopo l’attentato ha freddato la madre e si è tolto la vita nel suo appartamento – dove fra l’altro è stato trovato il padre illeso, ora chiamato a testimoniare sull’accaduto – ha ucciso persone che avevano tutte un passato di migrazione alle spalle: cinque turchi, tre dei quali con la doppia cittadinanza, un rumeno, un cittadino della Bosnia-Erzegovina, un bulgaro e un afghano-tedesco. Come emerso dal suo manifesto razzista, l’attentatore affermava che i popoli che non si possono più espellere dalla Germania vanno “annientati”.

A mettere in imbarazzo la Procura generale è però la circostanza che nel novembre scorso l’uomo avesse sporto una singolare denuncia contro una fantomatica organizzazione di servizi segreti che avrebbe messo sotto controllo migliaia di tedeschi, manipolandone i pensieri e guidandoli a distanza. Un elemento rispetto al quale gli inquirenti non hanno reagito.

Per questo motivo un esponente di Afd, il partito dell’ultradestra finito adesso più che mai sotto accusa in Germania, ha chiesto a questo punto le dimissioni del Procuratore: “Rathjen era psichicamente malato e possedeva comunque tre armi legalmente. Gliele avrebbero dovute levare”, ha affermato la deputata Beatrix von Storch.

Quelli di Alternativa per la Germania sono però sotto forte pressione: Spd e Verdi hanno chiesto che il partito venga messo sorvegliato dai servizi interni, perché responsabile del clima d’odio che ha portato al massacro di Hanau.

In questo scenario vengono fuori anche nuovi dettagli sul passato di Rathjen. Secondo la Bild on line, l’attentatore aveva contattato un trainer mentale con una mail in passato. Il trainer però ha riferito al giornale di non aver capito quale fosse la sua richiesta, dal momento che la lettere risultava incomprensibile. Fra i particolari emersi anche la figura del padre, l’unico rimasto vivo della famiglia, che si sarebbe sempre fatto notare, da vicini e conoscenti, per la tendenza a protestare su tutto e a sporgere querela.

Oltre alle indagini, le polemiche politiche e la risposta sulla sicurezza, il massacro di Hanau si elabora in Germania però anche nelle piazze: ieri sera in migliaia hanno partecipato alle fiaccolate indette in oltre 50 città del Paese. E stasera Hanau è scesa di nuovo in strada contro l’ultradestra.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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