Sos Brexit, a Londra uno sportello per gli italiani

Un funzionario del Consolato Generale d'Italia a Londra presta assitenzaa due giovani nello sportello "“Settled Status".
Un funzionario del Consolato Generale d'Italia a Londra presta assitenza a due giovani nello sportello "“Settled Status". (ANSA)

LONDRA. – É da oggi operativo, nel consolato generale italiano a Londra, il primo sportello “Settled Status”: concepito per dare assistenza – con l’aiuto di personale messo a disposizione da associazioni e patronati – ai connazionali residenti nel Regno Unito più anziani, “vulnerabili” e con minore dimestichezza digitale chiamati a registrarsi presso l’Eu Settlement Scheme.

Ossia il registro informatico ad hoc creato dal ministero dell’Interno britannico per garantire ai cittadini europei già residenti nel Paese fino al 30 giugno 2021 di mantenere gli stessi diritti attuali anche dopo la Brexit.

L’iniziativa è stata inaugurata dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, in visita oltremanica con l’ambasciatore Luigi Maria Vignali, direttore generale della Farnesina per gli Italiani all’Estero, e alla presenza del console generale Marco Villani.

Si tratta di uno strumento che – come è stato spiegato – rientra fra “gli impegni assunti negli ultimi mesi per venire incontro” alle esigenze, in tema di Brexit e non solo, della vasta comunità italiana presente nel Regno: oltre 400.000 persone iscritte alle anagrafi consolari, circa 700.000 stimate, oltre 330.000 delle quali già in possesso a questo momento del Settled Status britannico.

Impegni, ha sottolineato Vignali, che si sono tradotti anche in un’accelerazione sulle pratiche consolari, incluso il rilascio dei passaporti (fronte sul quale Londra è il primo consolato italiano al mondo, con quasi 35.000 documenti rilasciati nel 2019 contro i quasi 25.000 di Buenos Aires) dove si è registrato un incremento del 34% nell’ultimo anno e una riduzione dei tempi d’attesa a tre mesi: inferiori a quelli medi di alcune grandi città della Penisola, ha notato ancora Vignali, indicando peraltro l’obiettivo di arrivare ora a tre settimane.

Il tutto sullo sfondo generale di un rinnovato “impegno di questo governo per gli italiani all’estero” rivendicato apertamente da Merlo, che domani sarà a Manchester per preparare il terreno alla riapertura di un consolato locale.

Apertura che si affianca a quelle recenti di Tenerife, in Spagna, e Vitoria, in Brasile, e ad altre che seguiranno nel continente americano e in Africa, ha detto il sottosegretario: evidenziando non solo l’inversione di tendenza “in questa legislatura” rispetto alle 54 chiusure di sedi consolari registrata dal 2010, ma anche l’assunzione di 477 persone dopo “20 anni di tagli”.

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