Sbarcati in Cambogia, tre italiani in auto-isolamento

Passeggeri della nave Westerdam scendono a Cambogia
Passeggeri della nave Westerdam scendono a Cambogia. (ANSA)

ROMA.  – La rete di sicurezza costruita attorno al nuovo coronavirus per limitarne il più possibile la diffusione potrebbe avere una falla: la Cambogia. É lì che si concentra l’attenzione degli esperti di tutto il mondo da quando una degli oltre 1.000 passeggeri che le autorità cambogiane hanno lasciato sbarcare dalla nave Westerdam senza aver prima effettuato il test o alcuna forma di quarantena è stata trovata positiva al virus. Tra i passeggeri scesi anche tre italiani che in questo momento si trovano in auto-isolamento: uno è rientrato in Italia – adesso è a casa sua a Sanremo -, gli altri due in Germania e Slovacchia.

L’allerta sull’imprudenza delle autorità cambogiane e sulla superficialità della compagnia Holland America Line è scattata sabato quando un’americana di 83 anni è stata fermata all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia, dove era arrivata con il marito 85enne. La donna è stata subito posta in isolamento e il consorte sta effettuando tutti i test per verificare se sia stato contagiato. Ma della maggior parte dei 1.200 passeggeri sbarcati si sono perse le tracce. E adesso è una caccia all’uomo praticamente impossibile. Oltretutto, nelle ore prime che scattasse l’allarme, molti saranno andati in giro per Sihanoukville – la città portuale dove la nave ha attraccato il 13 febbraio – hanno frequentato locali, spiagge, ristoranti e centri massaggi. Altri saranno ripartiti a bordo di voli commerciali verso i rispettivi Paesi in almeno tre continenti.

Come hanno fatto i tre italiani, che sono già stati rintracciati dal nostro ministero della Salute. Uno è rientrato a Sanremo, non presenta sintomi ma è monitorato costantemente dalle autorità sanitarie locali. L’Agenzia ligure per la sanità ha fatto sapere che si è sottoposto a isolamento fiduciario volontario a casa sua e sarà sottoposto alle misure di sorveglianza sanitaria previste dalla Regione Liguria. Un altro, anche lui senza sintomi, è rientrato in Germania ed è anch’egli in auto-isolamento. Così come il terzo italiano, tornato in Slovacchia. Sulla Westerdam ci sono anche due italo-brasiliani, che sono ancora a bordo in attesa dei risultati dei test dopo i quali, se negativi, rientreranno direttamente in Brasile.

Le polemiche sulla mancanza di controlli da parte delle autorità cambogiane e dell’armatore infuriano. Sotto accusa in particolare il premier Hun Sen, uomo forte al potere dal 1985 e fedelissimo alleato della Cina, che a inizio mese aveva messo in dubbio la gravità della epidemia. “L’unica vera malattia che c’è in Cambogia è la paura”, aveva minimizzato. Così ha concesso alla nave il permesso di attraccare dopo che altri cinque Paesi asiatici l’avevano negato e guadagnandosi il ringraziamento via Twitter di Donald Trump (visto che molti passeggeri erano americani). Quindi, rassicurato dalla compagnia sulla base di appena venti persone testate e risultate negative, ha autorizzato lo sbarco di oltre la metà dei 2.200 passeggeri.

“Abbiamo dovuto aiutarli, abbiamo dovuto affrontare una crisi umanitaria”, si è giustificato il premier che è andato a salutare i croceristi con dei fiori, senza la mascherina. “Siamo accusati di aver importato l’epidemia in Cambogia, ma nessun cittadino cambogiano è infetto”, ha sottolineato il premier. Il Paese ha finora avuto solo un caso confermato di coronavirus, un turista cinese che si è ripreso.

Della Westerdam non ha parlato nel suo briefing quotidiano il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus che però ha detto di aver sentito il ministro della Sanità malese per informarsi sul caso della turista americana. Sulla nave a questo punto ci sono ancora 33 passeggeri e 747 membri dell’equipaggio ai quali, adesso, è stato vietato scendere.

(di Benedetta Guerrera/ANSA)

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