Si studia “riacchiappa imprese”, meno cuneo se tornano

Opeari al lavoro in uno stabilimento industriale metalmeccanico. (ANSA)
Opeari al lavoro in uno stabilimento industriale metalmeccanico. (ANSA)

ROMA.  – Taglio delle tasse, aiuti alle famiglie e sostegno all’industria, a partire dalle aziende che hanno delocalizzato e che, con un ambiente più favorevole, potrebbero decidere di tornare. Il governo studia, accanto a Family Act, assegno unico e riforma dell’Irpef, anche un decreto Crescita bis, per dare ossigeno all’economia in affanno, che potrebbe contenere anche una norma “riacchiappa imprese”.

Dopo aver tagliato il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, infatti, il governo starebbe lavorando anche a una riduzione del cuneo lato imprese, all’interno di una serie di strumenti per favorire il “reshoring”, cioè il riportare in Italia produzioni al momento delocalizzate all’estero. Una norma che potrebbe appunto essere inserita nel nuovo decreto in preparazione per la primavera, nel quale potrebbero confluire anche eventuali norme anti-coronavirus, se dovessero diventare necessarie. E con il quale il Mise punta anche a rafforzare il credito d’imposta 4.0.

Per ora, come ha ribadito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri “è ancora presto per valutare l’impatto” della nuova epidemia. Nel frattempo il governo sta lavorando “con tutto l’impegno” quasi in un “gabinetto di guerra” perché “consapevole dei problemi”, per fare ripartire l’economia che al momento “è ferma” e “non in recessione”.

Oltre agli investimenti, oggetto della lunga riunione sull’Agenda 2023 a Palazzo Chigi di ieri, il governo scommette anche sullo sfoltimento degli adempimenti (necessario, peraltro, per sbloccare le opere pubbliche), sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e sulla semplificazione fiscale per le imprese (dall’Irap ai rimborsi Iva fino alle compensazioni tra debiti e crediti della P.a.), da portare avanti di pari passo con la riforma generalizzata dell’Irpef. Tutti temi al centro del terzo tavolo sull’Agenda che il premier, Giuseppe Conte, ha presieduto appena rientrato da Gioa Tauro, dopo aver presentato insieme al ministro Peppe Provenzano, il Piano per il Sud.

Per la riforma dell’Irpef Gualtieri ha confermato l’obiettivo di presentare una delega entro aprile: il nodo resta quello delle risorse visto che, almeno al momento, si esclude di utilizzare quelle che potrebbero arrivare da eventuali rimodulazioni dell’Iva (che non toccheranno il settore del turismo, alberghi, bar, ristoranti ha ribadito il Mef). Il ministro, peraltro, ha dato uno stop anche alle ipotesi di chiudere in anticipo Quota 100 (prendendo di fatto più tempo per superare le regole gialloverdi per l’uscita anticipata ma anche la legge Fornero) e ha confermato che il Reddito di cittadinanza resterà, ma migliorato sul fronte “delle politiche attive”.

Intanto procedono anche gli altri tavoli: per la familia tutti d’accordo sul mettere in campo un pacchetto “sostanzioso” che andrà, come ha spiegato il viceministro all’Economia Antonio Misiani, dalla delega sull’assegno unico già all’esame del Parlamento (il ddl Delrio), al Family Act che sta preparando la titolare della Famiglia Elena Bonetti e che sarà firmato anche dalla collega del Lavoro Nunzia Catalfo, alla delega sull’Irpef.

E non si limiterà all’assegno unico ma andrà dal rafforzamento dei congedi (1 mese anche per i papà la proposta di partenza) all’introduzione di una carta dei servizi fino alla riduzione dei costi per l’istruzione.

Anche l’altro tavolo tematico presieduto da Catalfo, quello sul salario minimo, ha fatto primi passi avanti: la maggioranza ha infatti concordato di studiare quale siano i parametri cui agganciare una soglia minima, dando nel contempo validità erga omnes alla parte salariale dei contratti collettivi.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)