Il primo incidente mortale dell’Alta Velocità in Italia

Poliziotti in custodia del treno Freccia Rossa deragliato a Lodi..
Poliziotti in custodia del treno Freccia Rossa deragliato a Lodi.. EPA/ANDREA FASANI

ROMA. – Anche l’Alta velocità registra il suo primo incidente. Il primo in tre lustri. Purtroppo mortale. Una tragedia che colpisce direttamente le Ferrovie dello Stato (ne erano dipendenti i due macchinisti deceduti), che due mesi fa festeggiavano i 10 anni proprio dell’alta velocità e della rivoluzione con cui i binari veloci hanno cambiato il volto della mobilità del paese e delle abitudini dei viaggiatori.

Dieci anni di attività commerciale sull’intero sistema da Torino a Salerno, ma in realtà 15 se si considera che la prima linea commerciale, quella tra Roma e Napoli, è stata aperta nel dicembre 2005.

Altri incidenti si sono verificati negli anni passati alle Frecce: tra cui diversi investimenti e la collisione tra i due Frecciarossa alla Stazione Termini del 2012, ma tutti sono avvenuti nelle stazioni ferroviarie e quindi sulla linea convenzionale, dove la velocità dei treni è molto ridotta; questa è la prima volta che accade sulla linea Alta velocità.

L’Alta velocità è stata la più grande opera infrastrutturale fatta in Italia nel dopoguerra, insieme all’autostrada A1 Milano-Napoli. Vi operano in regime di concorrenza, caso unico al mondo, due aziende di trasporto (Trenitalia e Italo) che competono per gli stessi segmenti di mercato.

Dal 2009 su questa rete veloce le Frecce di Fs hanno trasportato 350 milioni di viaggiatori e percorso 380 milioni di chilometri. Cui si aggiungono i circa 85 milioni di passeggeri trasportati da Italo con 158 mila viaggi dal 2012 al 2019.

Per realizzare questa infrastruttura, una delle più avanzate tecnologicamente al mondo, sono stati spesi 32 miliardi di euro di investimenti, dal 1998 al 2018. Investimenti che hanno avuto un’incidenza annua media sul Pil dello 0,15%, prendendo in considerazione il contributo diretto e l’effetto indotto degli investimenti. Nello stesso periodo sono stati inoltre creati complessivamente 500 mila posti di lavoro.

Il numero dei treni circolanti per chilometro (treni/chilometro) è raddoppiato in 10 anni: da circa 35 milioni nel 2008 a oltre 70 milioni nel 2018. I passeggeri trasportati sui treni Av di Trenitalia (la maggiore tra le due aziende di trasporto ferroviario) sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.

E l’incremento sia di treni sia di passeggeri ha innescato un cambio di preferenza a favore del treno rispetto ad altri mezzi di trasporto. Sulla Milano-Roma nel 2018 il 69% dei passeggeri ha viaggiato in treno, contro il 61,6% del 2015, con un incremento del 7,4% in soli tre anni.

Il mezzo di trasporto che ha subito la maggiore “erosione” del numero di passeggeri è stato l’aereo, con un decremento di quasi il 7% (dal 25,9% del 2015 al 19,5% del 2018); la quota dell’auto si è ridotta del 2,1%.

Accorciando le distanze e riducendo i tempi di percorrenza (nel 2008 con il lancio dei servizi alta velocità ogni passeggero ha guadagnato mediamente 38 minuti al giorno rispetto allo stesso viaggio a lunga percorrenza nel 2005; e il guadagno di tempo è salito a 60 minuti nel 2018), inoltre, l’Av ha anche dato vita ad un nuovo tipo di pendolarismo.

Sono cresciuti infine anche i passeggeri che hanno scelto le Frecce per turismo o svago, passati da 1,8 milioni a oltre 7,3 milioni in 10 anni.

(di Enrica Piovan/ANSA)