Bufera #Metoo travolge sport e pattinaggio francese

L'ex campionessa di pattinaggio artistico Sarah Abitbol in una performance con Stephane Bernadis al World Figure Skating Championships, in Helsinki, Finland. nel 1999.
L'ex campionessa di pattinaggio artistico Sarah Abitbol in una performance con Stephane Bernadis al World Figure Skating Championships, in Helsinki, Finland. nel 1999.(ANSA-EPA/ANJA NIEDRINGHAUS)

PARIGI. – Non solo cinema. In Francia il movimento #Metoo travolge anche il mondo sportivo dopo le rivelazioni dell’ex campionessa di pattinaggio artistico Sarah Abitbol. L’ex sportiva di 44 anni per dieci volte campionessa ha destato scalpore raccontando in un libro – “Un silenzio così lungo” – di essere stata più volte violentata dall’ex allenatore, Gilles Beyer, fra il 1990 e il 1992, quando lei aveva tra i 15 e i 17 anni.

“Cominciò a fare cose orribili, fino a stuprarmi a 15 anni. Era la prima volta che un uomo mi toccava”, è la cruda testimonianza raccolta in un video pubblicato dall’Obs, mentre il quotidiano sportivo L’Equipe ha svelato i casi di almeno altre 2 o 3 pattinatrici vittime di simili abusi.

Oggi un gruppo di sportivi di alto livello ha deciso di dire basta. “É tempo di agire collettivamente e acquisire la consapevolezza che spezzare il silenzio significa servire lo sport. Le recenti rivelazioni di aggressioni sessuali subite da tanti giovani sportivi fanno tremare il sistema e risvegliano la nostra rabbia”, affermano i firmatari dell’appello pubblicato sul giornale Le Parisien, tra cui le sciatrici Marie Martinod e Ophélie David, la star del Judo Teddy Riner o la tenista Tatiana Golovin.

La Abitbol accusa, tra l’altro, il capo della Federazione Francese degli Sport sul Ghiaccio (FFSG), Didier Gailhaguet, di non aver protetto i suoi atleti e ha chiesto il rinnovo dei vertici del pattinaggio. Una richiesta sostenuta dall’attuale ministra dello Sport, Roxana Maracineau, che l’altro ieri – ricevendolo in ministero – aveva esortato il dirigente federale a lasciare la guida della FFSG, anche alla luce di un’inchiesta amministrativa riguardo atteggiamenti inappropriati nei confronti delle pattinatrici minorenni.

Ma in una conferenza stampa convocata questo pomeriggio, il diretto interessato è partito al contrattacco. Respingendo in toto la richiesta di dimissioni, a suo avviso ingiustificata. “Non ho assolutamente protetto Beyer”, ha ribattuto dinanzi ai media, assicurando di aver appreso delle accuse di stupro “da una settimana e mezzo”. E ancora: “Non ho mai sentito parlare degli stupri”. “Sono fatti che scopro al 90% attraverso la stampa oltre che in un libro: sono orribili, inammissibili. Non c’è un solo caso che non sia stato trattato durante la mia presidenza”.

Quindi la bordata contro la ministra (ed ex campionessa di nuoto) Maracineau: “Se sono qui davanti voi è perché la ministra non mi ha ascoltato, ripiegata nelle sue certezze, e anche per un accanimento mediatico folle e a volte inesatto. Sono qui per ristabilire la verità”. “Da quando in questo Paese hanno soppresso la presunzione d’innocenza?”, deplora il dirigente federale, puntando il dito contro dei media a suo avviso “scatenati” e  una “ministra moralista”.

Beyer, 62 anni, ha riconosciuto di aver avuto “relazioni intime” e “inappropriate” con Sarah Abitbol, presentando le “scuse”, che l’ex campionessa ha rifiutato.

(di Paolo Levi/ANSA)