Prima frattura nelle Sardine, lascia leader romano

Mattia Santori, Andrea Garreffa e Giulia Trappoloni, fondatori del movimento delle ÒSardineÓ, durante la conferenza stampa per presentare il programma della manifestazione nazionale di domenica 19 Gennaio. Bologna
Mattia Santori, Andrea Garreffa e Giulia Trappoloni, fondatori del movimento delle ÒSardineÓ, durante la conferenza stampa per presentare il programma della manifestazione nazionale di domenica 19 Gennaio. Bologna, 17 Gennaio 2020. ANSA/GIORGIO BENVENUTI

BOLOGNA. – All’interno delle Sardine si è consumata la prima frattura. A sbattere la porta è Stephen Ogongo, il portavoce dell’ala romana del movimento antipopulista, nato a metà novembre in piazza Maggiore a Bologna. Galeotto l’incontro che i quattro fondatori hanno avuto nei giorni scorsi con Luciano Benetton: “E’ stato sbagliato e inopportuno, un errore politico ingiustificabile, che è solo l’ultimo dei tanti commessi nelle ultime settimane”.

A prendere le distanze da Ogongo, però, sono le stesse sardine romane che si dissociano completamente: “Ha agito in solitaria ed esprime unicamente il suo pensiero”. Ogongo era già finito all’onore delle cronache in occasione della grande manifestazione di Roma, quando scoppiò una polemica sulla sua presunta apertura anche a militanti di ‘Casapound’.

“Un’ingenuità, le nostre piazze sono antifasciste”, aveva chiarito il gruppo fondatore. Ma per Ogongo, dopo l’episodio dell’incontro con i Benetton, d’ora in poi “le Sardine di Roma non fanno più riferimento ai 4 fondatori di Bologna, né alla struttura che stanno creando” e ora “ripartono da quei valori che hanno fatto della manifestazione di Piazza San Giovanni la più grande e la più partecipata delle sardine: uguaglianza, libertà, giustizia sociale”.

Questo, perché “affiancarsi agli squali, o diventare come loro, non ci rafforza ma ci indebolisce, ci rende prede inconsapevoli” e “per chi ha creduto nei valori espressi dalle Sardine è stata una delusione enorme che ha minato gravemente l’integrità e la credibilità del movimento”.

In un comunicato congiunto con i quattro ragazzi bolognesi, però, le sardine romane rivelano che la presa di posizione di Ogongo è arrivata “a insaputa di tutte le persone che hanno organizzato la manifestazione del 14 dicembre, dopo giorni di silenzi, di mancate risposte alle mille telefonate fatte e messaggi inviati” e “dopo aver passato la mattina a rimuovere i moderatori del gruppo Facebook ‘Sardine di Roma’, di cui era volutamente unico amministratore”.

Dunque, concludono, “non si può combattere contro i pieni poteri di un solo uomo al comando quando in realtà è ciò che si vuole” e ammettono di essere “sconcertati, ma uniti più che mai. L’attacco ai ragazzi di Bologna per la foto – proseguono ancora – è una strumentalizzazione per scopi personali”.