Un morto fuori dalla Cina, Wuhan isola anche i sospetti

Corona virus: vista aerea dell'ospedale messo su in 10 giorni a Wuhan,
Corona virus: vista aerea dell'ospedale messo su in 10 giorni a Wuhan, Ciina.. EPA/YFC CHINA OUT

ROMA. – L’epidemia di coronavirus ha provocato la prima vittima fuori dalla Cina, nelle Filippine. A Wuhan, focolaio dell’infezione, dopo dieci giorni di quarantena le autorità hanno stretto ancora di più le maglie isolando anche i casi sospetti, mentre i contagi in tutto il paese hanno superato i 14.450, provocando 304 morti, mentre nel mondo sono saliti a quota 14.637.

In compenso sono arrivate anche notizie positive, con 443 persone dimesse o guarite dopo aver contratto il virus in tutto il Pianeta. La persona deceduta nelle Filippine era un 44enne cinese arrivato da Wuhan, dove a quanto sembra si era ammalato, ha reso noto l’Oms, che giovedì scorso ha proclamato lo stato d’emergenza globale temendo una più virulenta diffusione del coronavirus fuori dalla Cina.

In tutto il mondo sono ormai 27 i paesi toccati dai contagi, con due nuovi casi registrati in Germania, arrivati a 10, il numero più alto in Europa e dietro i 12 ammalati in Australia. Sempre più paesi stanno bloccando gli arrivi dalla Cina e diverse aziende straniere hanno chiuso temporaneamente gli impianti locali ed i negozi.

I ministri della Salute del G7 si consulteranno in una conferenza telefonica per elaborare una risposta “uniforme” alla crisi.

In Cina le misure draconiane per contrastare l’epidemia sono state adottate anche fuori dalla provincia focolaio di Hubei. Zhejiang, città di nove milioni di abitanti sulla costa, ha ristretto i movimenti dei suoi residenti e ha chiuso le strade, inclusi i 46 caselli autostradali. A Hong Kong i lavoratori degli ospedali hanno proclamato uno sciopero fin quando il confine con la terraferma non verrà completamente chiuso.

Pechino, come se non bastasse, deve fare i conti anche con un’economia nazionale indebolita dalla chiusura verso l’esterno. In questo scenario, la Banca centrale ha annunciato una maxi iniezione di liquidità sui mercati per 1.200 miliardi di yuan (173 mld di dollari).

Il cuore della crisi resta l’Hubei, dove si sono registrati 45 nuovi decessi, tanto che la città di Huanggang ha chiuso gli esercizi commerciali, ad eccezione di supermercati, mercati agricoli e farmacie. E in tutta la provincia le vacanze per il capodanno lunare sono state estese fino al 13 febbraio.

Wuhan, dove il coronavirus ha attecchito, è stremata da una quarantena di fatto che dura dal 23 gennaio, con i cittadini barricati in casa o in fila per farsi visitare. Con gesti disperati come quello di un uomo che si è impiccato per evitare di tornare a casa e contagiare la famiglia, perché non sarebbe riuscito a farsi visitare.

D’ora in avanti, tra l’altro, scatterà l’isolamento in “aree designate” anche delle persone sospettate di aver contratto il virus, a cui è stata diagnosticata febbre collegata alla polmonite oppure che semplicemente sono stati in stretto contatto con i contagiati.

La buona notizia è che si iniziano a registrare numeri importanti anche sul fronte delle guarigioni. Nell’ultimo bollettino, la Commissione sanitaria nazionale ha reso noto che fino a sabato sera 328 persone sono state dimesse dagli ospedali, 85 in un giorno, 45 nell’Hubei e 37 in un solo ospedale a Wuhan.

Proprio a Wuhan, inoltre, è stata completata a tempo di record la prima struttura specializzata per il trattamento del coronavirus, con mille posti letto e una capacità di accoglienza di 10mila pazienti, che sarà gestita da medici militari. Dal 6 febbraio sarà affiancata da un ospedale gemello con 1.500 posti letto.

Sul fronte dei rimpatri degli stranieri dalla Cina, in Italia è atteso nelle prossime ore l’arrivo a Pratica di Mare del volo militare in partenza da Wuhan con a bordo 57 connazionali, accompagnati dal viceministro della Salute Pierpaolo Silieri. Al rientro, verranno trasferiti in una struttura militare a Roma per la quarantena.

Anche un nuovo gruppo di americani è prossimo al rientro, mentre un secondo aereo francese è atterrato in una base militare vicino a Marsiglia con a bordo 250 persone di 30 nazionalità. Tra loro 65 francesi e molti europei, che dovrebbero rientrare subito nei loro paesi per sottoporsi alle verifiche necessarie.

(di Luca Mirone/ANSA)

 

 

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