Brexit: l’Ue perde 66 milioni di cittadini e tredici miliardi di euro

Bandiere dell'Union Jack sventolano sulla Piazza del Parlamento a Londra
Bandiere dell'Union Jack sventolano sulla Piazza del Parlamento a Londra. EPA/ANDY RAIN

BRUXELLES. – Con l’uscita del Regno Unito, l’Ue perde oltre 66 milioni di cittadini e 248.536 chilometri quadrati del suo territorio, tanto che anche il centro geografico esatto dell’Unione post-Brexit si sposterà di 60 chilometri, da Westerngrund al piccolo villaggio di Gadheim, (entrambe in Baviera), dove in un grazioso e curato giardino del paesino, già campeggiano le bandiere tedesca ed europea.

La Brexit non avrà invece conseguenze sul destino lavorativo dei circa 700 impiegati britannici già in servizio alla Commissione europea, o dei 33 impiegati al Consiglio europeo, mentre sono tre i giudici della Corte di giustizia Ue a fare gli scatoloni. Gli eurodeputati ‘brit’ ad aver abbandonato l’Eurocamera (stamani una quindicina di membri del Brexit party lo hanno fatto al suono delle cornamuse) sono 73 e molti dei 67 assistenti parlamentari se ne andranno con loro.

Sulla base dei dati della Commissione europea per il periodo 2014-2020, con la dipartita di Londra si creerà un buco di almeno 13,462 miliardi di euro nel prossimo bilancio comunitario, attualmente in discussione. Un contributo significativo, anche perché, con un prodotto interno lordo di quasi 2.400 miliardi di euro, nel 2018 l’economia britannica si è confermata la seconda più grande nell’Ue, dopo quella tedesca.

I settori più importanti dell’economia del Regno Unito nel 2018 sono stati il commercio all’ingrosso e al dettaglio, i trasporti e i servizi alberghieri e di ristorazione (17,9%), la pubblica amministrazione, la difesa, l’istruzione, la sanità e l’assistenza sociale (17,5%) e l’industria (14,1%). Inoltre nel 2018 il Regno Unito ha esportato per il 47% all’interno dell’Ue (Germania 10%; Francia e Paesi Bassi 7%; e Irlanda 6%).

Nei Paesi extra-Ue ha invece esportato per il 13% negli Usa e per il 6% in Cina. L’import è stato per il 53% dai partner dell’Ue: Germania 14%, Paesi Bassi 8% e Francia 5%; mentre dai Paesi extra-Ue, il 10% dagli Usa ed il 9% dalla Cina. L’interscambio Italia-Gb è rallentato nel 2019, -1,7% a novembre, mentre in termini comparativi, la Penisola è il nono partner commerciale di Londra.

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