Virus Cina: corridoio sanitario per gli italiani che rientrano

Hostess di AirAsia in transito all'aeroporto con la mascherina sul viso.
Hostess di AirAsia in transito all'aeroporto con la mascherina sul viso. EPA/AHMAD YUSNI

ROMA. – Gli italiani che verranno rimpatriati da Wuhan saranno sottoposti a sorveglianza sanitaria e isolamento per 14 giorni, il tempo di incubazione del virus 2019-nCoV. Per il momento la task-force del Ministero della Salute non ha ancora preso una decisione definitiva sul luogo dove i circa 60 connazionali dovranno alloggiare, ma l’ipotesi più accreditata sembrerebbe essere una struttura militare, non necessariamente a Roma.

I tempi sono rallentati poiché è necessario trovare un luogo che corrisponda ai requisiti necessari da una situazione di isolamento per decine di persone. Da Wuhan i cittadini italiani potranno partire solo dopo visita medica che escluda problemi, quindi solo se sani.

In viaggio useranno la mascherina, e in Italia saranno in isolamento gli uni dagli altri. L’organizzazione e la gestione dovrà prevedere per i rimpatriati una situazione di serenità e comfort. Nel centro, forse una caserma, sarà servito ovviamente anche il cibo ma è escluso, chiariscono gli esperti, che le persone possano condividere i pasti: in quel caso infatti dovrebbero togliersi la mascherina interrompendo così l’isolamento e mettendo a rischio l’intera procedura di sorveglianza.

I circa 60 italiani infatti, anche se sani, provengono comunque da una zona sottoposta a quarantena e i protocolli internazionali escludono contatti pericolosi. L’ipotesi che la task-force del Ministero della Salute possa optare infine proprio per un edificio militare, sembrerebbe escludere almeno per il momento l’eventualità che ognuno degli italiani evacuati faccia rientro a casa propria.

Sarebbe infatti particolarmente difficoltosa la sorveglianza sanitaria quotidiana con i controlli delle Asl a domicilio. Non solo, allestire l’isolamento in case private dove vivono anche persone anziane o bambini risulterebbe decisamente un’operazione complessa.

Tuttavia, nel caso in cui le strutture a disposizione delle diverse amministrazioni non dovessero corrispondere alla situazione, o non possano essere organizzate in tempi brevi l’allestimento della sorveglianza in casa resterebbe una possibilità aperta.

“Per gli italiani di rientro da Wuhan saranno prese misure di protezione e sarà adottato un protocollo sanitario orientato alla massima sicurezza”, fanno sapere dal Ministero della Salute, “le diverse amministrazioni stanno lavorando insieme sulla gestione del rimpatrio”.

(di Silvana Logozzo/ANSA)