ROMA. – Con la prossima legge di Bilancio il Portogallo potrebbe tornare a tassare i pensionati europei che decidono di spostare lì la residenza rendendo meno conveniente la scelta di quegli anziani che stanno valutando di lasciare il paese di origine per passare gli anni del pensionamento in un luogo caldo e senza imposte.
Nel 2009, al culmine della crisi economica, Lisbona aveva deciso di esentare gli europei dal pagamento delle tasse per 10 anni a condizione che vivessero nel Paese almeno sei mesi l’anno. Le condizioni fiscali favorevoli hanno fatto sì che in questi anni aumentasse il numero delle emigrazioni verso il Portogallo convincendo a trasferirsi in questo Paese soprattutto i pensionati con gli importi di assegno medi più alti.
L’Inps, secondo i dati aggiornati al 2019, paga in Portogallo 2.897 pensioni a ex lavoratori del settore privato per un importo medio di 2.720 euro, largamente superiore a quello medio di tutte le pensioni. A questi si aggiungono anche i pensionati degli enti previdenziali privati.
Se si guarda all’Inps soprattutto in Portogallo sono pagate in media dall’Inps le pensioni più alte che in qualsiasi altro Paese europeo. Nel complesso l’Inps paga 383.088 pensioni all’estero con importi medi molto bassi (meno di 260 euro), poiché basate nella stragrande maggioranza su pochi anni di contributi pagati nel nostro Paese.
“Gli stranieri con lo status di residente non regolare smetteranno di essere esentati dalle tasse e verranno sottoposti ad un’aliquota del 10 per cento sulle loro entrate”, ha detto Catarina Mendes, leader del gruppo socialista in Parlamento. I socialisti hanno 108 deputati su 230 seggi e sono dunque la forza dominante.
Il cambiamento colpirà insieme ai pensionati italiani anche le migliaia di francesi, britannici e tedeschi che hanno scelto le località portoghesi per ritirarsi dal lavoro. Per molti italiani potrebbe essere conveniente rientrare in Italia dato che esiste una norma che prevede la flat tax al 7% al Sud per coloro che decidessero di rientrare nel nostro Paese (o per gli stranieri che decidono di trasferirsi) e risiedere in un piccolo centro urbano (meno di 20.000 abitanti) delle regioni Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia.
L’opzione per i pensionati all’estero è valida solo per cinque anni, quindi fino al 2024.