C’è l’intesa Pd e Italia Viva: Gualtieri corre alle suppletive a Roma

Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, alla Camera. Immagine d'archivio.
Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, alla Camera. Immagine d'archivio. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI

ROMA. – Roberto Gualtieri candidato unitario del centrosinistra alle elezioni suppletive del primo marzo per un seggio da deputato a Roma. La decisione arriva dopo giorni di trattative assai turbolente, sull’orlo dello strappo: il ministro dell’Economia correrà per lo scranno lasciato libero dal neo commissario europeo Paolo Gentiloni, con il sostegno dei Dem, Italia viva, Sinistra italiana, Psi, Articolo 1.

L’annuncio arriva tra i mugugni dei renziani, che sosterranno Gualtieri a cui riconoscono “stima e amicizia” ma dichiarano che non è la scelta migliore possibile. Matteo Renzi proponeva infatti, con Azione di Carlo Calenda e +Europa di Emma Bonino, il nome della giornalista Federica Angeli, in alternativa a quello di Gianni Cuperlo, che Nicola Zingaretti aveva indicato per il Pd.

La convergenza arriva su un nome terzo, cui i renziani non possono dire no (alle prime battute, erano stati loro stessi a ipotizzarlo). Ma la presidenza di Iv rivendica che quella di “Angeli sarebbe stata la migliore candidatura possibile” e definisce “il veto del Pd inspiegabile”.

Tace Calenda, ma da Azione c’è chi spiega che a questo punto è probabile una sorta di “desistenza”: non spendersi in campagna elettorale per Gualtieri, ma aiutarlo non remando contro.

Il Pd sottolinea che attorno al ministro dell’Economia si può ricostituire una larga convergenza delle forze di centrosinistra: è “la scelta più autorevole, unitaria e di apertura” possibile, twitta Dario Franceschini, che è capo delegazione dei Dem al governo.

Anche il centrodestra sta lavorando a una candidatura unitaria mentre il Movimento 5 stelle ha già annunciato un suo candidato: salvo sorprese e convergenze ad ora imprevedibili, sarà Rossella Rendina il nome pentastellato che avrà l’ingrato compito di sfidare il ministro dell’Economia del suo stesso governo.

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