Generale Nistri: “Tre Carabinieri morti e duemila feriti nel 2019. Preoccupa clima violenza”

In una foto d'archivio il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri in visita ad Aosta.
In una foto d'archivio il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri in visita ad Aosta. (ANSA)

ROMA. – C’è nel paese un “clima che preoccupa”, un sentimento “diffuso” che vede verso una qualunque autorità, sia essa la famiglia, la scuola o un’istituzione, un atteggiamento “negativo”, frutto di una “cultura del rifiuto, spesso gratuito e violento”.

L’allarme arriva dal comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri nel giorno in cui la stella di David disegnata sulla porta di una sopravvissuta ai campi di concentramento riporta alla memoria gli anni bui della caccia agli ebrei e gli orrori del nazismo.

Un allarme che il generale, inaugurando l’anno accademico della Scuola ufficiali, certifica davanti al premier Conte con numeri alla mano: nel 2019 ci sono stati 3 carabinieri morti e 2.033 feriti, “vittime di resistenze e aggressioni. Il 28% in più rispetto al 2018”.

C’è dunque un “estremo bisogno di misura”. Anche perché la realtà, sottolinea il numero uno dell’Arma, è quella di un paese nonostante tutto sicuro, con il tasso più basso di reati degli ultimi 10 anni, con un aumento del 9% dei delitti risolti e con un’orgogliosa annotazione che riguarda proprio quest’ultimo aspetto: del totale dei casi risolti da tutte le forze dell’ordine, il 63% è opera dei carabinieri.

Certo, pesano le incognite internazionali, il terrorismo che non è sconfitto e con un rischio radicalizzazione che va dalla Libia al Sahel. Pesa la percezione di insicurezza tra la gente, “un’ansia che rimbalza come una gigantesca eco”. E pesano come un macigno i “gravi” comportamenti dei singoli, come quelli che sono costati la vita a Stefano Cucchi. Nistri non lo nomina, ma le sue parole sono chiare.

“Siamo consapevoli di comportamenti gravi attribuiti a nostri commilitoni: abbiamo però dimostrato nei fatti, anche con intima sofferenza, la nostra ferma determinazione di provvedere al riguardo, ricorrendone i presupposti giuridici, oltre che di investire nella formazione”.

Un discorso che anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini riprende. I carabinieri sono un “esempio di virtù” che “non può e non deve essere messa in discussione da fatti e comportamenti gravi, comunque isolati, che l’Arma ha saputo affrontare con ferma determinazione”, dice, definendo ufficiali, marescialli e brigadieri un “modello di riferimento”, un “esempio di rettitudine e professionalità”. Come il premier Conte, che parla di “baluardo” contro mafie e terrorismo e di una “forza sana” che sa affrontare “anche le vicende più dolorose con coraggio e fermezza”.

Ma davanti a mezzo governo Nistri, parla direttamente alla politica per tutelare i suoi uomini. Annuncia che a breve tutti i carabinieri potranno effettuare volontariamente uno screening sanitario nelle farmacie, visto che “il rischio cardiovascolare è tra le principali causa di mortalità”. E chiede di mettere le mani al sistema delle pensioni ipotizzando una “previdenza dedicata”.

Il perché è chiaro: “a 24 anni dall’adozione del contributo il personale non ha ancora la possibilità di compensare con fondi pensione la riduzione del trattamento pensionistico, che, per le nuove generazioni, si attesterà a circa il 60% dello stipendio”.

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