Wuhan è isolata. Bloccati bus, treni e voli aerei

Una signora e una bambina usano mascherine in un aeroporto in Cina.
Una signora e una bambina usano mascherine in un aeroporto in Cina.(ANSA)

ROMA. – Wuhan è isolata. La città descritta dai media cinesi come “il principale campo di battaglia” contro il coronavirus ha deciso misure draconiane per contenere la diffusione dell’epidemia: il traffico di treni e aerei in uscita, bus, metropolitane, traghetti e trasporto interurbano verranno chiusi temporaneamente. Ciò vuol dire che nessuno potrà lasciare la città.

Nel crescente allarme per la diffusione del virus, con un ceppo simile alla Sars, che ha anche varcato i confini della Cina, arrivando fino agli Stati Uniti e forse alla Russia, i riflettori restano puntati su Wuhan. Perché nella città della provincia centro-orientale di Hubei si registra la stragrande maggioranza di contagi tra gli almeno 440 complessivi da quanto è scattata l’emergenza.

Nella sola provincia si contano almeno 17 morti, e non aiuta il fatto questa metropoli di 11 milioni di abitanti sia un importante snodo per il trasporto della regione. In un momento in cui centinaia di milioni di persone viaggiano su treni, aerei e autobus in tutto il paese per riunirsi ad amici e parenti per le vacanze del capodanno, che inizia venerdì.

Per contenere l’epidemia le autorità hanno tentato di correré ai ripari in modo drastico. Sospendendo il trasporto pubblico ed impedendo così a tutti i residenti di lasciare la città, a partire da giovedì mattina. “Se non è necessario non venite a Wuhan”, aveva detto in precedenza alla tv di stato il sindaco Zhou Xianwang, annunciando di aver cancellato il principale evento di celebrazione del capodanno lunare, una delle più sentite festività tradizionali cinesi.

Nel frattempo, sono scattate misure d’emergenza. Scanner per misurare la febbre sono stati installati alla stazione ferroviaria e all’aeroporto e i funzionari stanno controllando la temperatura dei conducenti ai posti di blocco dell’autostrada. Resta chiuso il mercato ittico da cui sarebbe germogliato il virus, il mese scorso, e la polizia sta effettuando controlli a campione per pollame vivo o animali selvatici in veicoli che escono ed entrano in città.

Soltanto oggi, invece, è scattato l’obbligo di indossare le maschere in tutti gli spazi pubblici, dopo che nelle ultime settimane i cittadini di Wuhan ne avevano fatto a meno. Inizialmente, infatti le autorità avevano spiegato che il virus sembrava trasmettersi dagli animali, mentre adesso si è scoperto che è possibile il contagio da uomo a uomo.

Il viceministro della National Health Commission Li Bin si è unito alle esortazioni delle autorità cittadine, spiegando che in questo momento “è meglio non visitare Wuhan”. Sottolineando che il virus, che si trasmette per vie respiratorie, “potrebbe mutare e propagarsi ancora più facilmente”. Eppure, non tutti sembrano aver raccolto il suggerimento. “La cosa più semplice che sembrano dirci di fare è non viaggiare ma abbiamo già fatto i nostri piani, quindi non c’è niente che potremmo fare”, ha detto il 23enne Kong Jun, un residente di Wuhan subito dopo l’arrivo all’aeroporto di Bangkok. Mentre Charly Bonnassie, una studentessa francese di 24 anni che ha preso un treno in partenza da Wuhan ha raccontato all’Afp che “tutti a bordo indossavano una maschera”. Così ora, a quanto sembra, non se ne trova più una negli scaffali di tutte le farmacie.

Con Wuhan in preda alla preoccupazione, il presidente ciñese Xi Jinping ha tentato di rassicurare la popolazione, chiarendo che il suo governo ha adottato “severe misure di controllo e prevenzione” per contrastare l’epidemia. Ed offrendo piena collaborazione all’Oms, che si è riunita d’urgenza per decidere se dichiarare “un’emergenza sanitaria internazionale”.

(di Luca Mirone/ANSA)