Open Australia: debacle azzurra, Fognini salva Italia

Fabio Fognini in azione durante il secondo match contro l'australiano Jordan Thompson nel Australian Open al Margaret Court Arena in Melbourne.
Fabio Fognini in azione durante il secondo match contro l'australiano Jordan Thompson nel Australian Open al Margaret Court Arena in Melbourne. (ANSA-EPA/SCOTT BARBOUR)

ROMA. – Matteo Berrettini e Jannik Sinner eliminati, Fabio Fognini al terzo turno. L’Italia del tennis si aggrappa all’usato sicuro per dare un senso a questa giornata degli Australian Open, altrimenti amara. Mentre Novak Djokovic si sbarazzava in scioltezza del giapponese Tatsuma Ito (6-1, 6-4, 6-2) e Roger Federer si allenava con il serbo Filip Krajinovic (6-1, 6-4, 6-1), così come Serena Williams con la slovacca Tamara Zidansek (6-2, 6-3), gli azzurri hanno sudato ore sui campi blu di Melbourne.

Cinque set ha giocato Berrettini contro Tennys Sandgren. Nomen omen… lo statunitense ha vinto 7-6 (9/7), 6-4, 4-6, 2-6, 7-5 dopo tre ore e 23 minuti di lotta. Altrettanti set s’è sobbarcati Fognini, che però alla fine ha eliminato l’australiano Jordan Thompson con il punteggio di 7-6 (7/4), 6-1, 3-6, 4-6, 7-6 (10/4), riuscendo a recuperare dopo aver sprecato un doppio vantaggio, al termine di una maratona durata oltre 4 ore. Che si somma a quella di martedì contro Opelka, anche lui superato al super tie-brek.  “Dopo essere andato avanti 2-0 ho giocato malissimo – ha riconosciuto Fognini – anche perché lui serviva alla grande. Ma è più bello vincere così che con un facile 3-0”.

Più rapido, ma non per questo indolore, l’arrivederci di Sinner. Il 18enne altoatesino, che per la prima volta giocava il secondo turno di un torneo Major, ha ceduto all’ungherese Márton Fucsovics 6-4, 6-4, 6-3 opponendo scarsa resistenza al numero 67 del mondo. “Ho perso per una palla, per cui devo ripartire dal fatto che ero riuscito a rimettere in piedi un match che qualche mese fa non avrei riaperto e dal quale devo quindi ricavare aspetti positivi” ha commentato Berrettini, riferendosi alle tre palle-break non sfruttate nel quinto parziale. Il romano in effetti non ha mai smesso di lottare, nemmeno quando si è trovato in doppio svantaggio. Nonostante la condizione fisica non ottimale.

All’orgoglio di aver riaperto una partita persa non può invece appellarsi Sinner. La fiammata di inizio terzo set, quando ha strappato il servizio a Fucsovics salendo 2-0, è stata immediatamente spenta dal contro-break dell’ungherese. “Sono molto deluso – ha ammesso lui – Anche se ho perso il servicio sempre dalla stessa parte del campo perché non sono stato capace di gestire il vento contrario, non voglio aggrapparmi a scuse: Fucsovics ha giocato semplicemente meglio. Sono giovane e ho ancora tanto da imparare. In questo senso la trasferta australiana mi ha aiutato. Anche oggi ci sono più aspetti positivi che negativi”.

Fognini, da par suo, si è innervosito il giusto senza però perdere di vista l’obiettivo: portare a casa un match che dopo un’ora e mezza sembrava già vinto, nonostante l’intervento del trainer per un problema alla caviglia sinistra. Ma la vehemente reazione di Thompson, aiutato dal servizio che fin lì l’aveva tradito, ha messo in difficoltà il ligure, le cui accelerazioni sono finite sempre più spesso fuori campo. Così a decidere il match è stato il super tie-break. Fognini ha accumulato un tesoretto di cinque match-point consecutivi. Gli è bastato il primo (10-5), grazie al rovescio lungolinea vincente.

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