La nuova vita di Harry e Meghan: e se partisse da Netflix?

Archie, il Royal baby di Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex.
Archie, il Royal baby di Harry e Meghan, duca e duchessa di Sussex. (Dominic Lipinski/Pool via AP)

ROMA. – “Interessati (a Harry e Meghan)? Certo. E chi non lo sarebbe”. E’ sufficiente questa reazione -forse persino scontata- dai vertici di Netflix per far intravedere il possibile futuro dei duchi di Sussex, all’indomani dall’accordo sul ‘passo indietro’ cui la regina ha messo il suo sigillo nel rispetto dei desideri del nipote, ma imponendo – secondo una lettura del Telegraph – un ‘hard Megxit’.

Così a partire dalla primavera Harry e Meghan non dovranno più adempiere ad obblighi legati alla famiglia reale, non utilizzeranno il titolo di altezze reali e non rappresenteranno formalmente la regina. Allora perché non guardarsi intorno e puntare magari sulla più influente piattaforma in streaming di produzione tv, Netflix, come hanno fatto anche Michelle e Barack Obama dopo aver lasciato la Casa Bianca?

Nulla osta ad un loro coinvolgimento, ha confermato alla Press Association Ted Sarandos, a capo dei contenuti Netflix, durante un evento a Los Angeles: “Chi non sarebbe interessato? Si, certo”, ha detto. Nel maggio del 2018 gli Obama avevano raggiunto un accordo pluriennale con Netflix per la produzione di film e serie tv, tramite la Higher Ground Productions. Ed è dei giorni scorsi la notizia che il documentario ‘American Factory’, finanziato e distribuito da Netflix ma prodotto da Michelle e Barack Obama è candidato agli Oscar.

Rispetto alla coppia presidenziale i Sussex hanno certo un altro appeal, ma considerata anche la carriera da attrice di Meghan Markle interrotta dopo l’incontro con il principe, il mondo del cinema è un ‘ambiente naturale’. E poi c’è quel video, in cui si vedono i duchi ad una rappresentazione del Re Leone a Londra intrattenersi con il regista Jon Favreau, cui Herry fa presente che la moglie Meghan sarebbe disponibile per ruoli di doppiaggio.

Al momento però si sa soltanto che con tutta probabilità i Sussex passeranno del tempo in Canada, dove tra l’altro Harry dovrebbe recarsi nei prossimi giorni per raggiungere Meghan e Archie. E se il problema era la pressione dei media, l’aggressività dei tabloid e la costante presenza dei paparazzi, forse in Nord America la coppia potrebbe in effetti trovare la pace agognata.

O almeno in parte, come ritiene Mark Thompson, Ceo del New York Times ed ex direttore generale della Bbc, secondo cui la coppia avrebbe maggiori chance di vivere una vita più tranquilla fuori dal ‘royal system’: “Credo che potrebbe funzionare per loro”, ha detto intervistato dalla Bbc.

Tutto da stabilire è anche il destino di quel marchio, ‘Sussex Royal’, che la coppia si era affrettata a registrare e che sembrava rappresentare il loro investimento per il futuro. Con le regole dettate dalla regina nell’accordo appena raggiunto non è chiaro quanto è come potrà essere utilizzato, come del resto si legge anche sul sito sussexroyal.com: “In linea con il comunicato di sua maestà la regina, informazioni suoi ruoli e sul lavoro del duca e della duchessa di Sussex verranno aggiornate a tempo debito”.

L’unico a parlare fuori dai denti è adesso Thomas Markle, padre di Meghan con cui la duchessa ha rotto i ponti prima del matrimonio reale, il quale in un documentario trasmesso da Channel 5 è stato particolarmente critico sulla scelta dei Sussex, dicendo che Meghan ha buttato via “il sogno di ogni ragazza”, diventare una principessa, e che lo fa “sembrerebbe per soldi”. E in generale ritiene che la coppia stia trasformando la famiglia reale “una delle maggiori istituzioni esistenti” in “un Walmart”, un supermercato.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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