Calcio in lutto per Anastasi: “Papà aveva la Sla”

Pietro Anastasi, con la maglia della Juventus,
Pietro Anastasi, con la maglia della Juventus, in una immagine del 23 giugno 1971. ANSA

ROMA. – Il calcio italiano dice addio ad una sua leggenda, Pietro Anastasi, campione d’Europa in maglia azzurra nel 1968 e indimenticato attaccante della Juventus e dell’Inter. L’ultimo saluto a ‘Pietruzzu’ è previsto nella sua Varese, dove si è spento ieri a 71 anni dopo una lunga malattia: la terribile Sla, come ha fatto sapere all’ANSA il primogenito Gianluca.

“Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’ intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ ospedale ‘di Circolo’ di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente”, ha ricordato il primogenito confermando che la morte è stata dovuta alla Sla.

“Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito. Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba. Abbiamo fatto altri esami ed è venuto fuori che aveva un tumore all’intestino, anche se persisteva il problema neurologico alle gambe. Dopo l’operazione per asportare il tumore e altri approfondimenti medici è venuto fuori che era Sla. Papà lo ha saputo solo tre mesi fa. Da allora la cosa è precipitata ma a quel punto lui ha detto basta, rifiutando l’accanimento terapeutico. E giovedì sera si è addormentato per sempre”.

Domani alle 10 sarà aperta una camera ardente all’interno della sala comunale Estense, mentre lunedì si svolgeranno i funerali nella basilica di San Vittore. La Juventus lo ricorderà domani osservando 1′ di silenzio all’Allianz Stadium e scendendo in campo col lutto al braccio.

La Figc ha deciso invece che la Nazionale porterà il lutto al braccio nell’amichevole del 27 marzo a Wembley, contro l’Inghilterra e ad Anastasi sarà dedicata la prossima partita delle Leggende Azzurre.

“Salutiamo una leggenda del calcio italiano, un giocatore straordinario, ma soprattutto una persona di grande spessore stimata e apprezzata da tutti – le parole del presidente federale, Gabriele Gravina – I suoi valori morali e tecnici eccezionali siano viva testimonianza per le future generazioni”.

E proprio le doti umane straordinarie fanno il paio con le sue doti di grande attaccante nei messaggi di ricordo e cordoglio di tanti ex campioni e uomini di calcio, che lo hanno conosciuto ed ammirato, da Dino Zoff a Sandro Mazzola, a Giuseppe Marotta, suo amico da mezzo secolo, a Maurizio Sarri.

Anastasi era anche l’idolo di tanti tifosi siciliani e meridionali, anche se non juventini o interisti, come ricorda in un messaggio Fiorello: “Grazie Pietro. Eravamo fieri di essere tuoi corregionali. In un tempo non facile per i meridionali che arrivavano nel Nord Italia”.

A Varese era molto amato, come sottolineano il sindaco e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana: “Con la maglia biancorossa della mia città – ha scritto – lui giovane siciliano catanese, ha iniziato una brillante carriera. Per chi ha vissuto il calcio della fine degli anni Sessanta e degli anni Settanta è stato un ottimo attaccante. Per me, varesino, è stato un ‘grande’”.

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