Khamenei: “Trump clown, l’Iran ingannato sul nucleare”

L'ayatollah Ali Khamenei durante il sermone a Teheran.
L'ayatollah Ali Khamenei durante il sermone a Teheran.(ANSA- EPA)

ISTANBUL, 17 GEN – “Uno schiaffo in faccia agli Usa” che è stato un “miracolo delle mani di Allah”. Dopo otto anni, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei torna a officiare la preghiera islamica del venerdì nella grande moschea Mosalla di Teheran e rilancia la “resistenza” contro l’America “arrogante” e i suoi alleati. Un sermone infuocato in cui l’ayatollah ha anche denunciato “l’inganno” degli europei sul nucleare.

Poche ore dopo che l’esercito Usa ha riconosciuto il ferimento di 11 militari nell’attacco dei Pasdaran alle sue basi in Iraq, la massima autorità della Repubblica islamica rievoca quella “rappresaglia” per l’uccisione “vigliacca” del generale Soleimani, che gli americani non sono riusciti a eliminare “sul campo di battaglia”, definendola un colpo alla loro immagine di “superpotenza”. Donald Trump è un “pagliaccio” che finge di sostenere il popolo iraniano ma poi lo “colpirà alle spalle con un pugnale velenoso”, scandisce Khamenei, ricordano il sostegno espresso dal presidente Usa ai manifestanti antigovernativi, anche con un tweet in farsi. Israele è “un tumore nella regione”, continua l’ayatollah.

Parole già pronunciate proprio nel suo ultimo sermone del venerdì, nel febbraio 2012, anche allora in un momento di forte tensione sul programma nucleare di Teheran. Ad ascoltarlo una folla di migliaia di persone accorsa sin dalle prime ore del mattino, tra inni ad Allah e slogan di “Morte all’America”. Una prova di forza trasferita poi nelle strade, dove i manifestanti pro-regime sono tornati in massa a farsi sentire calpestando le bandiere di Usa e Israele, dopo che alcuni studenti si erano rifiutati di farlo nei cortei contro le “bugie” sull’abbattimento accidentale del Boeing ucraino.

Un avvenimento derubricato da Khamenei ad “amaro incidente”, che non deve “far dimenticare il sacrificio” del “grande martire” Soleimani e il ruolo dei Pasdaran nel “mantenimento della sicurezza”, come invece “hanno cercato” di fare i “pagliacci manipolati dai nemici” nelle proteste antigovernative. “Nelle ultime due settimane ci sono state giornate amare e dolci, un punto di svolta nella storia. I due grandi avvenimenti dei funerali del generale Qassem Soleimani e del giorno in cui l’Iran ha attaccato le basi Usa sono stati ‘Giorni di Allah'”, ha detto la Guida iraniana.

La sua invettiva non risparmia neppure l’Europa, dopo che Francia, Germania e Regno Unito hanno avviato il meccanismo di risoluzione delle dispute dell’accordo sul nucleare, contestando a Teheran di averlo violato. “Ho detto sin dall’inizio che non ho alcuna fiducia nel dialogo con l’Occidente sulle nostre attività nucleari e nei gentiluomini che siedono ai tavoli negoziali e vestono guanti di seta sulle loro mani di ferro. Sono al servizio degli Usa. Il dialogo con loro è un inganno”, sentenzia l’ayatollah.

In prima fila le principali autorità, compreso il presidente Hassan Rohani, che fino a ieri aveva cercato nonostante tutto di tendere la mano alla comunità internazionale, definendo il dialogo ancora “possibile”. Non è passato inosservato il suo abbandono della moschea con la cerimonia ancora in corso, prima di Khamenei.

Le manifestazioni filo-governative sono proseguite in diverse città, mentre si diffondeva la notizia dei soldati americani ricoverati per sintomi di commozione cerebrale dopo l’attacco missilistico alla base di Al-Asad.  “I sintomi – ha precisato il capitano Bill Urban, portavoce del comando centrale Usa – sono emersi alcuni giorni dopo il fatto e sono stati trattati con abbondante cautela”. Otto soldati sono ora in Germania e tre in Kuwait per “accertamenti”, in attesa di capire se potranno tornare al fronte.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)