Mercato lavoro Usa frena ma tiene, Dj sopra 29.000 punti

Un lavoratore dell'industria del legno, all'opera con una tagliatrice di alberi in California, Usa.(dreamstime)

NEW YORK. – Il mercato del lavoro americano tiene e chiude il 2019 in crescita per il 10mo anno consecutivo: si tratta della serie più lunga degli ultimi 80 anni. Un risultato positivo, nonostante l’evidente rallentamento in atto, che Wall Street celebra spingendo per la prima volta il Dow Jones sopra i 29.000 punti.

Una soglia psicologica superata momentaneamente sull’euforia degli investitori per la tenuta dell’economia americana, che mette in ombra i timori per i venti di guerra fra Stati Uniti e Iran. Anche se le tensioni sembrano allentarsi, fra Washington e Teheran la pressione resta alta con il giallo dell’aereo dell’Ukrainian Airlines che si è schiantato in Iran e le nuove sanzioni varate da Donald Trump.

Nel mese di dicembre l’economia americana ha creato solo 145.000 posti di lavoro, meno delle attese e meno dei 266.000 di novembre, e i salari sono cresciuti meno del 3% per la prima volta dal 2018. Il tasso di disoccupazione è rimasto fermo al 3,5%, ai minimi da 50 anni.

Nota positiva, e forse segnale del futuro del mercato americano, è la maggiore partecipazione delle donne alla forza lavoro: a dicembre, per la prima volta dalla metà del 2010, hanno sostituito gli uomini rappresentando la maggioranza dei lavoratori.

Il 2019 si chiude invece con 2,11 milioni di posti creati, meno dei 2,68 milioni del 2018. Una frenata, affermano gli analisti, fisiologica vista la corsa del mercato del lavoro dell’ultimo decennio e alle crescenti difficoltà di aziende e datori lavoro a reperire nuovo personale.

A questo si aggiunge il fatto che il 2019 è stato indubbiamente un anno difficile, caratterizzato da una crisi dell’industria manifatturiera globale, da una crescente incertezza economica legata alla guerra commerciale e allo svanire degli effetti del taglio delle tasse varato da Trump nel 2018.

Il rallentamento del mercato del lavoro non sembra comunque in grado di cambiare la strada intrapresa dalla Fed, overo quella di tassi fermi per il 2020 a meno di cambiamenti radicali nelle prospettive.

Al momento con l’attesa firma del mini accordo commerciale fra Stati Uniti e Cina e le tensioni geopolitiche sotto controllo, anche se un controllo precario, non sembrano esserci elementi in grado di spingere la Fed a intervenire. La grande variabile è quella però delle elezioni americane.

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