Coesione nazionale, filo conduttore del discorso di Mattarella

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. (Ufficio Stampa Quirinale)

ROMA. – Sono due le direttrici principali sulle quali si svilupperà il prossimo discorso di fine anno del presidente Sergio Mattarella: l’identità nazionale e in cosa si sostanzia e la necessità sempre più impellente della coesione nazionale.

Sono ore di gran lavoro al Quirinale dove si sta pensando anche a una nuova location per il tradizionale messaggio di capodanno del presidente della Repubblica. Sergio Mattarella è già in queste ore al lavoro con il suo staff, sia per limare i contenuti del messaggio che per definire la scenografia nella quale collocare il discorso che il capo dello Stato dedica ai cittadini in diretta televisiva a partire dalle 20.30 la sera del 31 dicembre.

Quest’anno il presidente – è una delle idee al vaglio – potrebbe apparire nelle case degli italiani non da uno dei suoi studi ma da un salone del Quirinale. Nulla è ancora deciso ma questa volta alle sue spalle potrebbe esserci anche una delle opere di arte contemporanea che dallo scorso 2 giugno arricchiscono il palazzo presidenziale.

La nuova collezione comprende, distribuita tra i cortili, i saloni e i giardini del Palazzo, 36 opere e 32 oggetti dei più importanti artisti e designer italiani contemporanei: da Fontana a Burri, da Guttuso a Manzù e tanti altri esponenti del periodo repubblicano, fino a Piero Fornasetti, Giò Ponti, Aldo Rossi e altri autorevoli rappresentanti del design italiano dal dopoguerra ad oggi.

Proprio per riprendere questi nuovi arrivi la Rai ha lanciato in volo un drone professionale che ha avuto l’obiettivo di attualizzare la visione d’insieme della sigla che precede il messaggio.

Ma al di là degli elementi scenografici resta il massimo riserbo sui vari contenuti del discorso: un intervento che dovrebbe essere breve – rispetto ad altri di precedenti capi dello Stato – rimanendo intorno ai 15 minuti e che, piuttosto che tracciare un bilancio dell’anno che si sta chiudendo, sarà già proiettato al 2020, alle sfide da cogliere e superare.

Sfide che non saranno poche, a partire da una complicata fase istituzionale che si potrebbe aprire a gennaio con il probabile arrivo di due referendum popolari: il primo sulla norma che prevede la riduzione dei parlamentari e il secondo sul taglio della quota proporzionale dell’attuale legge elettorale.

Come sempre il capo dello Stato ha riservato la parte più politica del suo pensiero nell’intervento dedicato alle alte cariche dello Stato, svolto prima di Natale, riservandosi un approccio più intimo e colloquiale al discorso di fine anno che è invece dedicato agli italiani.

Serve “l’Italia che cuce e ricuce”, che non si vergogna dei buoni sentimenti e che non deve mai dimenticare che l’enorme debito pubblico “ipoteca” il futuro dei nostri figli, disse lo scorso capodanno. Concetti che quindi saranno ripresi e rafforzati quest’anno e che rappresentano la cifra del settennato mattarelliano.

Il tutto con il consueto tono garbato, che gli italiani apprezzano. Evitando punte polemiche e attacchi diretti alle forze politiche ma rivolgendosi in tono colloquiale ai cittadini che si preparano al cenone.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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