Sarraj chiede aiuto militare all’Italia e altri 4 Paesi

Una pattuglia di soldati del generale Haftar. (El Pais)

ROMA. – Il governo di Tripoli chiede all’Italia e ai “Paesi amici” di “attivare gli accordi di cooperazione di sicurezza” per “respingere l’attacco contro la capitale, condotto da qualsiasi gruppo armato”. In sostanza, aiuto militare contro Khalifa Haftar.

Sarraj ha però incassato a stretto giro i no della missione Onu in Libia, dell’Unione Europea e della Farnesina. “La soluzione alla crisi libica può essere solo politica, non militare. Per questo motivo continuiamo a respingere qualsiasi tipo di interferenza, promuovendo invece un processo di stabilizzazione che sia inclusivo, intra-libico e che passi per le vie diplomatiche e il dialogo”, hanno fatto sapere fonti della Farnesina all’indomani della lettera inviata da Sarraj all’Italia, agli Usa, alla Francia, alla Gran Bretagna, all’Algeria e alla Turchia.

Ma la missiva è stata adottata dal Consiglio presidenziale libico al termine di una seduta di emergenza nella quale Tripoli ha “attivato” il memorandum nel settore della cooperazione militare proprio con Ankara. Il testo dell’intesa prevede l’invio di armi ed equipaggiamenti, che l’Onu denuncia la Turchia invii già, violando l’embargo, ma soprattutto di una Forza di reazione rapida a Tripoli sostenuta dai soldati turchi.

Secondo gli osservatori, “l’attivazione” dell’accordo e la successiva missiva comportano de facto la richiesta di aiuto militare di Tripoli ad Ankara. Ma ci vorrà del tempo prima che i turchi mettano gli scarponi sul suolo libico: il dispositivo, le sue dimensioni e gli obiettivi militari dovranno essere autorizzati dal Parlamento.

“Una bandiera turca che sventola da quelle parti darebbe il necessario messaggio a quelli dall’altra parte”, ha comunque ammonito l’inviato turco in Libia, Emrullah Isler, assicurando che l’intervento della Turchia sarà “da fratelli in favore di altri fratelli”. Da Ankara è poi partita la bordata di Recep Tqyyp Erdogan contro chi “cerca di legittimare Haftar”, overo “l’Egitto, Abu Dhabi, la Francia, persino l’Italia”.

Il maresciallo è atteso a Roma “nelle prossime settimane”, aveva annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dopo la sua recente missione tra Tripoli e Bengasi. Il titolare della Farnesina intanto sta accelerando la ricerca del profilo giusto per il ruolo di inviato speciale dell’Italia in Libia: tra gli altri, circola anche il nome di Staffan de Mistura.

Intanto, sul fronte militare, l’offensiva di Haftar si concentra su Misurata: le forze del maresciallo dell’est hanno lanciato un ultimatum di tre giorni, “con scadenza alla mezzanotte di domenica prossima”, intimando il ritiro delle milizie misuratine da Tripoli e Sirte.

Un raid, di un “aéreo straniero” secondo il governo Sarraj, ha causato sei feriti tra i civili a Misurata, mentre un altro ha colpito una pattuglia delle forze di protezione di Sirte, le milizie che hanno combattuto e cacciato l’Isis e al Qaida nell’area.

(di Claudio Accogli/ANSA)

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