Sanremo: ecco i Giovani che conquistano l’Ariston

Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo 2020, durante il programma tv Rai "Italia Si",
Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo 2020, durante il programma tv Rai "Italia Si", Roma, 16 novembre 2019. ANSA/ANGELO CARCONI

SANREMO. – Comincia a prendere forma il prossimo festival di Sanremo, targato Amadeus. In attesa di conoscere i nomi dei Big e gli ospiti delle cinque serate di febbraio (dal 4 all’8), il conduttore e direttore artistico spalanca le porte dell’Ariston agli otto cantanti che parteciperanno tra i Giovani. Leo Gassmann (con Va bene così), Fadi (Due noi), Marco Sentieri (Billy Blu), Fasma (Per sentirmi vivo), Eugenio in via di Gioia (Tsunami) sono i cinque protagonisti che in diretta tv su Rai1, si sono sfidati a colpi di duelli e musica per conquistare un posto in prima fila all’Ariston.

A loro si aggiungono, da Area Sanremo, Gabriella Martinelli e Lula (Il gigante d’acciaio, dedicata a Taranto e alle vicende dell’ex Ilva) e Matteo Faustini (Nel bene e nel male). Approda di diritto all’Ariston anche la giovanissima Tecla Insolia, vincitrice di Sanremo Young.

Temi sociali e malessere generazionale corrono tra i brani, gli stessi che arriveranno a febbraio. Sfide secche, dentro o fuori. Per quella che qualcuno considera l’occasione della vita, qualcuno un passaggio obbligato verso il successo. Sono emozionati i ragazzi (e si vede, dalle mani che si contorcono, dagli sguardi persi, dalle gambe che non stanno ferme), anche se molti di loro hanno già alle spalle talent e gavetta.

Come Thomas che arriva da Amici, ma deve cedere il passo a Leo Gassmann, da X Factor, figlio di Alessandro – che via Twitter fa il tifo: be brave and rock on! – e nipote di Vittorio (e più di uno gli ricorda che porta un cognome “ingombrante”, mentre la rete ipotizza raccomandazioni, ma lui ribatte che “è la musica a vincere”). Anche Jefeo arriva da Amici e anche lui deve arrendersi a Fasma.

Gli Eugenio in via di Gioia portano una ventata di allegria e lasciano fuori il bravo Avincola (con un brano sui rider). Eliminati anche Shari e i Reclame. A decidere i più meritevoli sono televoto, Commissione musicale del festival, giuria demoscopica e giuria televisiva, ovvero i cinque senatori del festival Pippo Baudo, Antonella Clerici, Carlo Conti, Gigi D’Alessio e Piero Chiambretti, alla quale spettava l’ultima parola in caso di parità.

E non è mancata qualche stoccata via social, come quella di Enzo Mazza, ceo della FIMI, che in un tweet ha polemicamente sottolineato le differenze d’età tra giudicanti e giudicati. “Date di nascita super giuria #sanremogiovani: 1936, 1956, 1961, 1962, 1967. Artisti in gara secondo regolamento: non aver superato i 36 anni. Ovvero non essere nati dopo 1983. Età media utilizzatori di Spotify: 25 anni, ovvero nati nel 1994”.

I giudici, tutti veterani del festival, non raccolgono la provocazione, arrivata già nei giorni della loro ufficializzazione. Anche perché, come dicono in coro: “A Sanremo non si dice mai di no”. E invitati da Amadeus a tornare tra un mese e mezzo, non potranno certo tirarsi indietro per le celebrazioni dei 70 anni del festival (e Conti ha già promesso che sposterà la sua “vacanzina” alle Maldive).

Appuntamento, dunque, al 4 febbraio (e prima anche a Potenza con il Capodanno di Rai1, sempre condotto da Amadeus) con in testa già le canzoni.

(dell’inviata Claudia Fascia/ANSA)

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