“Costi troppo alti”, fuga di bancarelle dalla Festa della Befana a Roma

In una foto d'archivio Piazza Navona con le bancarelle della Festa della Befana.
In una foto d'archivio Piazza Navona con le bancarelle della Festa della Befana.

ROMA. – Una Piazza Navona sottotono, lontana dalle immagini della festa della Befana capitolina con i tanti banchi di dolciumi e giocattoli che richiamavano famiglie e bambini durante al festività. All’indomani del giorno dell’Immacolata che inaugura le festività natalizie anche nella Capitale con l’accensione dell’abete a Piazza Venezia, i riflettori sono puntati sulla centralissima piazza capitolina.

Anche quest’anno, a causa dei costi giudicati troppo alti dagli operatori, le bancarelle sono decisamente meno di quelle che affollavano la piazza durante ‘i fasti’ del passato. “Gli operatori giudicano esose le tariffe”, spiegano dalla Confcommercio. E così se nel 2013 c’erano 100 banchi oggi se ne contano appena 40-50.

La presidente della circoscrizione, la dem Sabrina Alfonsi, non è affatto tenera nel commentare la situazione: “Purtroppo piazza Navona ad oggi è quasi deserta, sia in termini di cittadini sia in termini di bancarelle. Sembra che il motivo per cui tanti operatori si siano fatti indietro sono i costi del piano sicurezza a loro carico. Il Campidoglio è riuscito a prendersi la competenza sulla piazza e ad ammazzare la festa della Befana. A questa punto sarebbe stato meglio annullarla”.

Dal dipartimento sottolineano che ad occuparsi del piano sicurezza, richiesto a livello nazionale per tutti gli eventi di questo genere, è un tavolo ad hoc dove il Campidoglio è solo uno degli attori. “È vero, i costi della safety & security, che non dipende dal Comune, impattano molto sulla festa della Befana e anche il banco tipo costa tanto. Così, capita che alcuni operatori rinunciano – ammette il presidente della commissione Commercio Andrea Coia (M5s) -. Mi riprometto di risentire il dipartimento e gli stessi operatori per capire come poter migliorare questa situazione prima che l’evento entri nel vivo”.

Ma davanti a lui c’è una vera e propria corsa contro il tempo. Secondo il numero uno della Fiva Confcommercio di Roma Valter Papetti “ogni anno la situazione di piazza Navona si complica sempre più. Da quando c’è stato il bando sono state interdette alcune attività e ogni anno lievitano i costi del piano sicurezza a carico degli operatori, che quest’anno pare sia arrivato a 190 mila euro. Senza contare le spese aggiuntive.

Quando io ero piccolo era una fiera vera, piena di calore, ora sta diventando un’altra cosa, fredda con ‘quattro banchi’…Quest’anno – la fosca previsione -penso che sarà ancora più dura. Io credo che si sia perso il senso di quello che era piazza Navona.

Se non si ripensa una festa all’altezza della Capitale, anche negli operatori inizia a prevalere l’idea di non partecipare più. Rispetto a qualche anno fa numero banchi è dimezzato. Io capisco le ragioni della soprintendenza, della sicurezza, il timore di attentati, ma i mercati di Natale si fanno ugualmente”.

E il Codacons rincara la dose: “Un danno d’immagine enorme per Roma – spiega il presidente Carlo Rienzi – Ogni capitale europea in questo periodo dell’anno offre a cittadini e turisti mercatini tipici dove acquistare prodotti locali e tipici della tradizione natalizia, punti di aggregazione e di svago di cui tuttavia Roma è quest’anno totalmente priva”.

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