Domani vertice su Legge elettorale, dopo modello Spagna ecco Svezia

Operazioni di voto in un seggio elettorale. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Vertice di maggioranza decisivo sulla legge elettorale mercoledì, dove il ministro Federico D’Incà porterà alcuni testi di legge su cui si confronteranno i capigruppo di maggioranza assieme agli “sherpa” dei partiti nelle Commissioni parlamentari di merito.

Mentre M5s, Pd e Leu si stanno accordando su un modello simil-spagnolo, cioè un proporzionale con soglia circoscrizionale implicita, Iv non ha sciolto il nodo tra questo sistema e quello con una soglia unica nazionale. Intanto sul tema delle preferenze, che non piacciono ai Dem, M5s ha proposto il sistema svedese, con liste scalabili.

Nel sistema simil-spagnolo le circoscrizioni più sono numerose e più alto è lo sbarramento implicito; viceversa, minore è il loro numero e più bassa è la soglia naturale. Il Pd (che venerdì terrà la Direzione sulla legge elettorale) era partito da 40-42 circoscrizioni (quelle attuali sono 28) ma sembra disposto a scendere anche a 36. Con questo sistema anche un partito col 2-3% potrebbe eleggere qualche rappresentante nelle grandi circoscrizioni urbane dove si eleggono parecchi deputati.

Un proporzionale con soglia nazionale al 4-5% è sempre rischioso per i piccoli, anche perché tende a innescare il “voto utile” proprio a scapito dei piccoli. Italia Viva tuttavia frena, e i sondaggi che non la vedono decollare aumentano l’incertezza. Lo spagnolo, pur garantendo i piccoli, avvantaggia i grandi, per cui con il 5% Iv otterrebbe magari il 4% dei seggi. Viceversa la soglia nazionale rimane una incognita, come insegnano Ingroia e la lista Arcobaleno.

Al centro del vertice anche il modo con cui selezionare i candidati da mandare in Parlamento. M5s nelle scorse settimane ha proposto le preferenze, che al Pd e Leu non piacciono perché innescano una competizione interna ai partiti che andrebbe semmai anticipata a prima delle elezioni, con primarie.

Ed ecco l’ipotesi avanzata da M5s, con il modello svedese. In Svezia per l’elezione dei 310 deputati del Riksdag, i partiti presentano in ciascuna circoscrizione delle liste di lunghezza variabile, a seconda di quanti deputati vengono eletti in ciascuna di esse.

L’elettore può barrare il nome di uno dei candidati e se qualcuno di essi raggiunge almeno il 5% dei voti ottenuti dal suo partito in quella circoscrizione, scala la lista. Nel caso in cui vi siano più candidati che superano tale soglia, l’ordine di elezione si basa sul numero di preferenze. Se nessun candidato ottiene il 5%, si segue l’ordine della lista proposto dai partiti.

Sul tavolo, oltre alla preferenza, al listino bloccato e al modello svedese, anche la soluzione scelta per l’Italicum: capolista bloccato e preferenza per scegliere tra gli altri candidati.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)