La Libia domina i Med Dialogues, l’Italia invoca l’Onu

Il ministro degli Esteri Luigi di Maio apre i lavori dei Med Dialogues a Roma. (youtube.com)

ROMA. – La crisi libica domina i “Dialoghi mediterranei” in corso a Roma, con l’Italia che prende l’iniziativa per ammonire, nelle parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, contro “fughe in avanti” che mettano in un angolo gli sforzi dell’Onu, gli unici che possano portare a una soluzione per il tormentato Paese nordafricano.

Il capo della Farnesina lo ha fatto incontrando Serghiei Lavrov, ministro degli Esteri della Russia sostenitrice del generale Khalifa Haftar. “Preoccupa l’intensificarsi della guerra civile in Libia”, ha insistito Di Maio, ribadendo al collega russo che “non esiste una soluzione militare”.

Ai Med Dialogues, e negli incontri bilaterali, il tema è stato il più incandescente della giornata, iniziata con il colloquio tra il premier Giuseppe Conte e l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia Ghassan Salamé. Anche il presidente del Consiglio ha ribadito il forte sostegno italiano al processo politico sotto egida Onu quale unica soluzione sostenibile, anche in vista della Conferenza di Berlino.

Mentre ci si interroga, anche a livello Ue, sull’accordo sui confini marittimi tra la Turchia e il governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj, e mentre sul terreno prosegue l’offensiva delle milizie di Haftar, Di Maio – che da ieri sta tenendo bilaterali con i suoi omologhi su tutti i temi più rilevanti per la regione – ha sottolineato, aprendo la conferenza, che “nell’attuale drammatica congiuntura libica, che vede anche il ricorso crescente ad armi sempre più sofisticate e a mercenari stranieri, la posizione italiana si basa su tre linee guida: invitare tutte le parti a evitare ulteriori escalation e a raggiungere un cessate il fuoco; riavviare il dialogo politico, continuando a sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite; favorire la coesione della comunità internazionale per il raggiungimento di una soluzione política duratura”.

In mattinata a Villa Madama, nel corso del punto stampa congiunto con Lavrov, il capo della Farnesina ha osservato che quello in Libia non è “solo un conflitto tra le parti libiche” perché si vedono “troppe interferenze: ogni iniziativa dovrebbe entrare nell’alveo della conferenza di Berlino, non perché c’è una presunzione di superiorità europea, ma perché se tutti sono impegnati a lavorare sul cessate il fuoco è importante non promuovere fughe in avanti”.

“Sono pienamente d’accordo: la situazione in Libia è estremamente complessa perché ci sono troppi giocatori e si sollevano troppe domande su chi è legittimo e chi più legittimo”, ha replicato Lavrov. Che però intervenendo più tardi ai Dialogues non ha risparmiato una stoccata al futuro appuntamento di Berlino che considera “un’occasione persa”.

“Plaudiamo all’iniziativa della Merkel che ha organizzato la Conferenza per proseguire quella di Parigi e quella di Palermo” ma, ha spiegato, “non sono state invitate le parti libiche e i Paesi vicini”. “Solo con un dialogo inclusivo e internazionale si potrà risolvere la crisi”, è la convinzione dell’inviato di Vladimir Putin.

In serata Di Maio ha presieduto una riunione ministeriale dei Paesi vicini della Libia, i più esposti alla crisi. Domani, ultima giornata dei Med Dialogues, un panel con Salamé e il ministro degli Esteri del governo di Tripoli Mohamed Taher Syala terrà alto il dossier. I lavori saranno conclusi nel pomeriggio da Conte e dallo stesso Di Maio.

(di Patrizio Nissirio/ANSAmed)