La strategia di Conte sul Mes, a Londra vede i leader Ue

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il punto stampa all'ambasciata italiana a Londra.
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il punto stampa all'ambasciata italiana a Londra. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

LONDRA. – La linea di Giuseppe Conte non cambia. Il premier arriva a Londra all’indomani dell’acceso dibattito sul Mes, ostentando sicurezza e puntando a marcare la differenza con i suoi alleati di oggi e di ieri: niente urla, niente “pugni sul tavolo”, ma una seria trattativa per portare a casa risultati.

L’obiettivo è confrontarsi con i leader europei presenti al vertice Nato, Angela Merkel ed Emmanuel Macron in testa, per riuscire a trovare un punto di incontro che gli permetta di fare passi avanti sulla spinosa questione del fondo salva-stati, evitando la rottura con il capo politico dei 5 stelle Luigi Di Maio.

L’Italia al momento punta a un rinvio per avere più tempo e margine di trattativa. Ma conferma la sua posizione sul lavoro fin qui fatto ribadendo anche a Londra che tutti i passaggi sul Mes sono sempre stati condivisi. Il premier del resto sa di avere degli interlocutori attenti in Europa, consapevoli dei rischi che potrebbe rappresentare per l’Ue un governo di nuovo sull’orlo del baratro.

Un rinvio è comunque nell’aria, anche per le perplessità costituzionali dei francesi che difficilmente possono essere superate tecnicamente prima del vertice europeo del 12 e 13 dicembre. Per questo Conte, anche se in agenda non ci sono (almeno al momento) veri e propri bilaterali con Angela Merkel e Emmanuel Macron, intende sfruttare il vertice per un confronto.

Se è vero che i leader non ritengono che sia il caso di rinegoziare l’accordo raggiunto sul Mes, sono consapevoli che un rinvio possa comunque aiutare a calmare le acque all’interno del turbolento esecutivo italiano. L’alternativa del resto a Bruxelles non piace a nessuno. E non è un caso che fonti europee abbiano lasciato trapelare tutto il loro disappunto per gli attacchi del leader della Lega Matteo Salvini sul Mes, accusandolo di avere un atteggiamento “puramente politico, completamente opportunistico”.

Lo scoglio più duro resta la Germania, che non arretra sulla proposta di Olaf Scholz che punta a una diversa assegnazione del rischio per i titoli di Stato detenuti dalle banche. Per questo Conte cerca la sponda di Macron, consapevole comunque del fatto che ottenere risultati concreti entro il 12 dicembre è abbastanza improbabile.

La linea italiana resta quella di portare avanti una ‘logica di pacchetto’, affrontare cioè insieme la riforma del Mes, il bilancio dell’eurozona e l’unione bancaria. Una logica che, come ha sottolineato Conte, richiede i suoi tempi per “dosare” e “valutare tutte le sue componenti” e ottenere tutte le “garanzie necessarie”.

Per questo il primo passo resta il fattore tempo. Quello che resta da vedere è se, nel caso l’Eurogruppo di mercoledì dovesse concedere un rinvio senza però la garanzia di cambiamenti concreti, questo basterà a Di Maio. Non c’è solo il Mes tra le spine nel fianco di Conte a Londra, ma anche la nuova minaccia di dazi che potrebbero colpire anche l’Italia lanciata da Trump contro la digital tax.

Conte incontrerà Trump a margine del vertice. E anche in questo caso, ha ostentato sicurezza, rispondendo a chi gli chiedeva se era preoccupato: “ci sono tanti dossier che potrebbero preoccuparmi, però noi lavoriamo per risolvere tutto, abbiamo sempre un approccio concentrato sulla soluzione dei problemi”, ha detto, tornando anche a ribadire l’importanza e il rilievo strategico della Nato, scossa dai duri attacchi di Macron.

La prima giornata a Londra del premier, iniziata con un incontro con il Principe Carlo sul clima, si è conclusa con il ricevimento offerto dalla regina Elisabetta ai leader Nato e l’incontro a Downing Street con Boris Johnson.

(Dell’inviata Paola Tamborlini/ANSA)