L’economia Usa tira, pil rivisto al rialzo a +2,1%

Fotomontaggio allusivo alla crescita dell'economia americana.
Fotomontaggio allusivo alla crescita dell'economia americana.

NEW YORK. – L’economia americana accelera e cresce nel terzo trimestre del 2,1%, sopra le attese degli analisti e sopra l’iniziale stima dell’1,9%. A tirare sono ancora una volta i consumatori: sostengono l’Azienda America e bilanciano l’impatto negativo della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina, che si fa sentire sugli investimenti.

E proprio la battaglia dei dazi dovrebbe mostrarsi con tutta la sua forza sul pil del quarto trimestre: molti analista prevedono una brusca frenata dell’economia, con una crescita sotto l’1%.

Ma anche per gli ultimi tre mesi dell’anno la speranza è tutta sugli americani e sullo shopping delle feste, la cui stagione si apre ufficialmente il 29 novembre con il Black Friday, il giorno dei grandi saldi.

Una giornata che con il passare degli anni ha però perso molto del suo senso: i grandi sconti iniziano infatti ormai giorni e giorni prima del Black Friday e, soprattutto, quest’anno per la prima volta la maggioranza degli americani – secondo uno studio di PricewaterhouseCooper – effettuerà acquisti online.

Un trend che, sulla Quinta Strada a New York, è visibile: nei negozi addobbati per le feste e fra luci scintillati a mancare sono i clienti, che hanno ormai scaricato i punti vendita fisici e i grandi magazzini, innescando quella che sembra ormai una crisi irreversibile delle vendite al dettaglio.

E così il Black Friday appare più un anticipo del Cyber Monday, con le due “feste” dello shopping che sempre più si sovrappongono.

A fronte di un’economia che continua a tirare nonostante tutte le cassandre che da mesi prevedono una recessione, gli americani sembrano ben disposti ad aprire i loro portafogli per le feste di Natale e a contribuire a spingere il pil. E la conferma arriva dalle spese dei consumatori salite in ottobre dello 0,3%, in linea con le attese.

Ma anche dalla solidità del mercato del lavoro, certificata dal nuovo calo delle richieste di sussidi alla disoccupazione, scese la scorsa settimana di 15.000 unità a quota 213.000, ovvero decisamente meglio delle 221.000 attese dal mercato.

Il buono stato di salute dell’Azienda America sembra confermare la correttezza della Fed, che ha tagliato tre volte i tassi di interesse durante il 2019 per sostenere l’economia e ora è intenzionata a prendersi una pausa convinta che la politica monetaria sia adeguata.

“Con l’espansione che continua nel suo 11mo anno, le condizioni economiche sono generalmente buone” ha detto nei giorni scorsi il presidente della Fed, Jerome Powell, assicurando che nel caso di un “cambio materiale” delle prospettive la banca centrale è pronta ad agire e rivedere la propria politica.

La prossima riunione della Fed è in calendario il 10 e l’11 dicembre e le attese sono per tassi invariati. Sul 2020 invece la partita è più complessa fra le incertezze legate alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e alla guerra dei dazi, per la quale non si intravede al momento una fine.

Alcuni analisti prevedono un rallentamento dell’economia e quattro tagli dei tassi da parte della Fed. Powell, per ora, resta però alla finestra.

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