Colombia: Morto Dilan, simbolo della protesta colpito sabato

Lo studente Dilan Cruz giace a terra colpito da un proiettille non convenzionale, mentre alcuni manifestanti cercano di aiutarlo.(la Repubblica)

ROMA.  – Aveva solo 18 anni ed è morto, proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto ricevere il diploma, dopo aver lottato tra la vita e la morte per tre giorni.

Sabato scorso mentre partecipava pacificamente alle manifestazioni in Colombia, era stato colpito da un proiettile non convenzionale sparato dagli agenti di polizia.

Dilan Cruz è diventato così un simbolo delle proteste nel Paese e, con un tam tam sui social, la piazza è tornata subito a riempirsi, più numerosa e agguerrita, seppure, come sempre, disarmata.

Dilan è deceduto all’ospedale di San Ignacio di Bogotà dove era stato ricoverato dopo essere stato raggiunto alla testa da un oggetto sparato dalla polizia antisommossa (Esmad) mentre manifestava nella capitale.

Ferite incompatibili con un semplice lacrimogeno. Secondo alcuni testimoni si sarebbe trattato di una munizione ottenuta da cartucce di lacrimogeni tagliate in modo da causare danni peggiori di un semplice proiettile.

Secondo quanto raccontato dal quotidiano El Tiempo, Dilan era arrivato in ospedale in condizioni critiche, dopo due arresti cardiorespiratori e con una ferita penetrante in testa che limitava gravemente le sue funzioni e ha richiesto il ricovero nell’unità di terapia intensiva.

“Con rammarico informiamo che, nonostante l’attenzione prestata in questi giorni nella nostra unità di terapia intensiva, Dilan Cruz, a causa del suo stato clinico, è morto. I nostri sentimenti di condoglianze alla sua famiglia e alle persone a lui vicine”, ha annunciato l’ospedale in una nota.

Il giovane avrebbe dovuto ricevere ieri il diploma di scuola superiore presso l’istituto Ricaurte, di Bogotà.

Le immagini di Cruz, steso a terra, assistito dalle squadre di emergenza dopo essere stato attaccato dalla polizia, sono state condivise sui social network e il suo volto è diventato quello delle proteste in Colombia, iniziate cinque giorni fa e convocate dai movimenti sociali e dai sindacati contro le politiche del governo colombiano.

Dopo la morte del giovane, il presidente Iván Duque ha espresso “profondo rammarico” e “sincere condoglianze a sua madre, suo nonno e alle due sorelle”.

Poi, mentre sui social si moltiplicavano i messaggi di sostegno alla famiglia  e contro le forze di Polizia, ha invitato i membri del Comitato dello sciopero nazionale a un incontro alla sede del governo per avviare un dialogo volto a superare le proteste sociali.

I membri del Comitato non hanno ancora deciso se partecipare o meno alla riunione, mentre le piazze di Bogotà sono tornate a riempirsi già nel pomeriggio.