AcelorMittal: ancora tensione, l’indotto minaccia il blocco

Gli impianti della fabbrica Ilva di Arcelor Mittal a Taranto
Gli impianti della fabbrica Ilva di Arcelor Mittal a Taranto, 15 novembre 2019. ANSA/DONATO FASANO

TARANTO. – C’è un clima esasperato e di grande tensione tra le aziende dell’indotto di ArcelorMittal che da sette giorni presidiano le portinerie dello stabilimento di Taranto e oggi stanno consentendo ai mezzi di passare solo per gli approvvigionamenti minimi necessari all’attività produttiva. Per le prossime ore pretendono garanzie definitive sul ristoro dei crediti (che ammontano a 60 milioni di euro) o minacciano il blocco totale della fabbrica.

Domani mattina gli appaltatori dell’indotto, accompagnati dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dal sindaco Rinaldo Melucci, si recheranno nello stabilimento di Taranto per cooperare con l’azienda all’aggiornamento della contabilità, portando con sé l’eventuale documentazione necessaria. Martedì mattina è previsto un nuovo incontro, alla presenza dell’ad di Arcelormittal, Lucia Morselli, per definire il piano di pagamenti e cercare così di chiudere la vicenda.

Ma gli imprenditori continuano a dire che, nonostante le ripetute assicurazioni, la multinazionale si è resa responsabile di inadempienza contrattuale e che al momento gli avvisi di pagamento che riguardano il 70% del fatturato sono stati notificati solo alle 163 ditte di autotrasporto e, per un importo parziale, a un paio di aziende degli altri settori dell’indotto.

Oggi a un incontro in Confindustria Taranto hanno partecipato, oltre al presidente dell’associazione Antonio Marinaro, il governatore Emiliano, il sindaco Melucci e gli altri sindaci della provincia, il presidente della Camera di Commercio Luigi Sportelli e una folta delegazione dell’indotto.

“Il tavolo – ha spiegato Emiliano – aveva chiesto di sapere con immediatezza quando si potevano precisare le partite contabili e quando sarebbero stati effettuati i pagamenti” e durante la riunione è stato contattato con ‘appositi messaggi’ il premier Conte: “se non ci fosse stata una immediata telefonata da parte dell’amministratore delegato di ArcelorMittal durante la stessa riunione, la fabbrica, per decisione dell’assemblea, sarebbe stata sostanzialmente bloccata”.

Grazie alla “determinazione di tutte le imprese, la telefonata dell’ad Morselli è arrivata”, ha detto Emiliano: “Mi auguro che quello che è avvenuto in diretta corrisponda alla verità. Questa città, queste imprese, questa comunità, la Regione, l’Italia, non può essere presa in giro. Se qualcuno ha un debito, lo deve pagare prima di continuare ogni trattativa”.

Il sindaco Melucci ha parlato di “sceneggiata della multinazionale sui conti dell’indotto” e, in assenza di ‘risposte concrete’, si è detto pronto “a fermare insieme alle imprese l’ingresso dei materiali già da martedì”.

(di Giacomo Rizzo/ANSA)

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