Brasile, Lula: “Prepariamo il nostro ritorno contro Bolsonaro”

Lula con un gruppo di sostenitori dopo la sua uscita dal carcere.
Lula con un gruppo di sostenitori dopo la sua uscita dal carcere. Immagine d'archivio.(Ansalatina)

SAN PAOLO.  – “Il Partito dei Lavoratori (Pt) sta preparando il suo ritorno, per governare questo paese”, perché il governo di Jair Bolsonaro vuole “distruggere tutte le conquiste democratiche e sociali degli ultimi decenni”, ha detto l’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, nella prima intervista concessa a una testata internazionale dopo la sua scarcerazione lo scorso 8 novembre, pubblicata dal Guardian di Londra.

Secondo Lula, “in questo momento, l’immagine del Brasile è negativa”, perché un paese “che dovrebbe avere un ruolo nello scenario internazionale” è governato da “un presidente che non governa, e preferisce stare a discutere di fake news 24 ore al giorno” e la cui “sottomissione a Trump e agli Usa è veramente imbarazzante”.

L’ex presidente si è detto “animato” dalle vittorie elettorali di Alberto Fernandez in Argentina e Lopez Obrador in Messico, e molto preoccupato dalla situazione in Bolivia, dove “il mio amico Evo (Morales) ha commesso un errore cercando di ottenere un quarto mandato presidenziale” ma ha dovuto affrontare per questo “un colpo di Stato, il che è sempre terribile in America Latina”.

Lula è stato scarcerato dopo che il Supremo Tribunale Federales (Stf) ha stabilito che le condanne penali diventino esecutive dopo che siano esauriti tutti i possibili ricorsi processuali, mentre finora lo erano dopo la loro conferma in secondo grado da parte di un tribunale collegiale.

L’ex presidente è stato rinchiuso a Curitiba dall’aprile dell’anno scorso dopo che un tribunale di appello ha confermato una condanna in primo grado per corruzione e riciclaggio, ed è attesa per la settimana prossima una seconda sentenza in un altro caso, nel quale è imputato degli stessi reati.

Dietro ai processi nei quali è stato condannato l’ex presidente c’è Sergio Moro, l’ex magistrato símbolo dell’inchiesta Lava Jato diventato ministro della Giustizia del governo Bolsonaro.

Gli avvocati di Lula hanno accusato Moro di parzialità politica e altre irregolarità per chiedere l’annullamento delle cause, e lui stesso ha ribadito che spera che “un giorno Moro sia processato per quello che ha fatto”.

L’ex presidente ha comunque escluso una sua possibile candidatura per le prossime elezioni presidenziali, indicando che “nel 2022 avrò 77 anni, e la Chiesa cattolica, che ha  duemila anni di esperienza, pensiona i suoi cardinali ai 75 anni” e ha detto che non lo preoccupa essere, dopo Bolsonaro, il dirigente politico con il più alto indice di sgradimento.

Paragondandosi con il fuoriclasse del calcio brasiliano, anche lui una figura molto polemica nel suo paese, Lula ha osservato che “comunque la gente parla di più di Pelé che di qualsiasi altro giocatore”.

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