Calenda lancia Azione: “In doppia cifra contro i populisti”

Carlo Calenda durante la presentazione del nuovo movimento politico "Azione" presso la sede della Stampa Estera, Roma
Carlo Calenda durante la presentazione del nuovo movimento politico "Azione" presso la sede della Stampa Estera, Roma, 21 novembre 2019. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – “Siamo di destra per l’iniziativa privata e di sinistra per la scuola e la sanità pubbliche”. Risponde così Carlo Calenda alla domanda su dove si collochi il suo movimento, Azione, lanciato oggi e ispirato al Partito d’azione – molto minoritario, ma culturalmente influente nel dopoguerra – e al popolarismo sociale di don Luigi Sturzo.

L’ex ministro e attuale eurodeputato ripropone l’idea di “un fronte anti-sovranista e anti-populista” già promossa con Siamo Europei prima delle elezioni continentali. Un fronte del quale Azione aspira ad essere il pilastro. “Ma non è un partitino – dice Calenda – e se non arriviamo in doppia cifra sarà un fallimento. Se i sondaggi ci daranno al 3% neanche ci presenteremo alle urne”.

Nella sede della Stampa estera a Roma diversi giornalisti chiedono a lui e a Matteo Richetti, senatore ex Pd che lo affianca, a cosa serva un nuovo partito e in cosa si differenzi Azione da Italia Viva. “Molte cose mi distinguono da Renzi – risponde Calenda -. Ha fatto un governo con il M5S dopo aver giurato che non lo avrebbe mai fatto. Ha tolto lo scudo penale a Mittal dopo averlo messo, provocando un disastro. Sta tradendo i suoi valori, è un bullo”.

“Riformisti rammolliti”, così il manager-politico chiama Pd, Forza Italia e Iv, “si sono sottomessi a populisti e sovranisti”. Calenda invece vuole che europeisti e liberali progressisti combattano anche alle elezioni, senza paura. “E mai alleati con M5S e Lega”, giura.

“Non è un’operazione personale, ma una grande mobilitazione dell’Italia che studia, lavora e produce”, spiega Calenda, secondo il quale “cambiare la politica è cambiare le persone”, quindi la classe dirigente: “Quella attuale non sa gestire i processi, amministrare, pensa di dover solo dare indirizzi politici”.

Calenda, che secondo alcuni starebbe pensando in prospettiva a candidarsi a sindaco di Roma, annuncia il primo congresso di Azione a giugno 2020. Al Pd si era iscritto a marzo 2018, subito dopo la disfatta dem alle elezioni politiche, lasciandolo dopo l’alleanza con il M5S. Ora Calenda è pronto a sostenere Stefano Bonaccini alle regionali in Emilia Romagna, “ma solo se non si allea con i cinquestelle”.

Nel comitato promotore di Azione amministratori locali, docenti universitari, giornalisti, società civile. E i soldi dove li prendete?, chiedono. “Da sottoscrizioni, Siamo Europei aveva 150 mila iscritti – replica -. Poi donazioni di imprenditori, che però abbiamo stabilito non possano avere concessioni pubbliche”.

Calenda è già stato in un altro partito nuovo nel passato recente, Scelta Civica di Mario Monti, da cui uscì nel 2015. Fondato nel 2013 dall’ex presidente del Consiglio, prese oltre l’8% alla Camera in quello stesso anno. Scelta Civica attraverso varie scissioni terminò l’attività nel 2017. Meno bene era andata a Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini, anch’egli ex premier: fondato nel 1996 arrivò al 4,3% e si sciolse nel 2002.

(di Luca Laviola/ANSA)

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