Raid di Israele in Siria, colpite basi Pasdaran

L' immagine satellitale mostra le differenze del terreno tra il 13 e il 23 agosto. (Image Sat Internacional)

TEL AVIV. – Israele ed Iran sono tornati a confrontarsi apertamente in Siria dopo mesi in cui il conflitto era rimasto in buona parte sommerso. Ieri quattro razzi sparati nei pressi di Damasco (da una milizia vicina all’Iran) sono stati intercettati dal sistema israeliano di difesa Iron Dome sul Golan. Non ci sono stati danni né vittime.

La preannunciata reazione israeliana ha preso forma nella nottata con una serie di raid in Siria, in cui sono stati colpiti decine di obiettivi. Fra questi, ha precisato il portavoce militare israeliano, basi delle Brigate iraniane Quds (le forze d’elite dei Pasdaran) e delle forze armate siriane, magazzini di armi, batterie dell’antiaerea.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), il bilancio è di 23 morti fra cui 16 miliziani (iraniani o anche membri di milizie sciite) e due civili.

Di fronte a queste fiammate di violenza, Mosca ha espresso malumore. Il viceministro degli esteri Mikhail Bogdanov ha accusato Israele di aver infranto il diritto internazionale e di aver compiuto una mossa “sbagliata”.

Ancora il giorno prima era giunto a Mosca il Consigliere israeliano per la sicurezza nazionale Meir Ben Shabbat. A quanto pare aveva fatto presente ancora una volta alla Russia che i ripetuti tentativi iraniani di mettere a punto in Siria una propria macchina bellica creano una situazione insostenibile per Israele.

In particolare, ha poi aggiunto alla radio Amos Ghilad (un ex dirigente del ministero della difesa), Israele non può accettare supinamente che l’Iran crei in Siria basi militari, che vi accumuli arsenali di razzi e missili ad alta precisione, che vi dislochi droni e che vi faccia affluire decine di migliaia di miliziani sciiti.

“A suo tempo abbiamo compiuto un errore grave quando non abbiamo impedito il potenziamento militare degli Hezbollah in Libano – ha aggiunto -. Non ripeteremo lo stesso errore in Siria”.

Intanto, la agenzia ImageSatInternational (Isi) ha divulgato immagini della base “Imam Ali” di al-Bukamal che l’Iran – secondo varie fonti stampa concordanti – sta costruendo in Siria al confine con l’Iraq.

Secondo l’Isi, quella base – già oggetto di attacchi, non rivendicati – sta per diventare operativa.

L’Iran sembra determinato più che mai a utilizzare la Siria come rampa di lancio avanzata per attacchi ad Israele. E Israele – come conferma sovente il premier Benyamin Netanyahu – è a sua volta determinato ad impedirlo a tutti i costi.

Di conseguenza, avvertono gli analisti, gli scontri fra le due parti sono destinati a ripetersi con crescente frequenza.(di Aldo Baquis/ANSAmed)