VENEZIA. – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella avverte che “blocchi e ritardi non sono ulteriormente accettabili” sulle opere che servono a salvaguardare Venezia, ovvero il Mose. Una osservazione che arriva nel giorno in cui la Camera vota – praticamente all’unanimità – una mozione per chiedere al governo di “concluderlo nei tempi previsti, entro il 31 dicembre 2021”.
I segni dell’acqua alta degli ultimi giorni, in particolare del disastro della notte fra il 12 e 13 novembre, sono ancora visibili, anche se i veneziani stanno lavorando giorno e notte per tornare a una parvenza di normalità. Anzi alcuni dei danni si iniziano a vedere solo ora.
Alla basilica di San Marco, ad esempio, il pavimento si è già gonfiato in alcuni punti e di conseguenza si sono staccate le tessere dei mosaici, in particolare quelli raffiguranti due pavoni e quelli di un tappeto fiorito. Una situazione destinata a peggiorare man mano con il passare dei giorni, E anche la base di alcune colonne si è ammalorata talmente tanto che andrà sostituita, perché altrimenti avranno problemi di staticità.
Senza contare che il sale è tornato ad intaccare le colonne della cripta che erano state appena desalinizzate, e farà danni dovunque è arrivato, perché corrode lentamente ma inesorabilmente. “Sono in corso accertamenti – ha spiegato Pierpaolo Campostrini, procuratore della Basilica di San Marco – Ci sono cose che non si vedono immediatamente. Non è facile capire lo stato delle cose”.
Per questo bisognerà investire in tre direzioni: “diagnostica, interventi urgenti e prevenzione”. “Siamo la prima frontiera a difendere dagli effetti dei cambiamenti climatici” ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro dopo aver partecipato all’inaugurazione del ponte votivo di barche per la festa della Salute, mentre il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini dalla 40ma Conferenza Generale Unesco ha proposto di rafforzare “le iniziative come i caschi blu della cultura, per prevenire e reagire prontamente a seguito dei disastri naturali”.
“Questa tragedia – ha detto riferendosi all’emergenza acqua alta a Venezia – può divenire un’opportunità per trovare soluzioni e prevenire altri danni: dobbiamo poter reagire prontamente”.
“Non dobbiamo lasciare soli i veneziani, anzitutto nel lavoro di recupero e di riorganizzazione della vita civile, e poi – è l’esortazione di Mattarella – nel completamento delle opere capaci di mettere in sicurezza una realtà tra le più belle e ammirate del mondo intero”.
Il sindaco Brugnaro ha ripetuto di volere entrare nel Mose “per capire che lavori sono stati fatti” e ha chiesto intanto di partire con i marginamenti aggiungendo che “i tempi si stringono almeno per i cassoni” che sono l’elemento principale dell’opera.
“E’ terminata l’emergenza immediata, ma la sfida che noi abbiamo è quella di ripensare la città. Il problema – ha concluso il Patriarca Francesco Moraglia – sono i mesi di ottobre-novembre dell’anno prossimo e dell’altro, perché prima del 31 dicembre 2021 il Mose non sarà pronto: saranno due autunni e inverni preoccupanti, anche perché la gente è esasperata”.
(dell’inviata Bianca Maria Manfredi/ANSA)