Scudo penale e pista cinese, doppio binario Conte su Mittal

Una veduta aerea dello stabilimento dell'Ilva di Taranto.
Una veduta aerea dello stabilimento dell'Ilva di Taranto. ANSA/UFFICIO STAMPA QUESTURA DI TARANTO

BERLINO. – Determinazione e cauto ottimismo. A poco più di 48 ore dal vertice decisivo con Lashkmi e Aditya Mittal il premier Giuseppe Conte si basa innanzitutto su questi due elementi per mettere a segno la strategia su ex Ilva.

Sul dossier il capo del governo vuole chiudere: ci ha messo la faccia e, dopo giorni di trattativa silente, entro la fine della settimana punta a dare una svolta al dossier. Con una novità delle ultimissime ore: la ripresa della trattativa con ArcelorMittal non è più un tabù: nel governo si è notato un sensibile cambio di atteggiamento rispetto al primo, spigolosissimo, vertice con i patron dell’acciaio.

Certo, il premier ha sondato e sta sondando potenziali piani B o C e non è nemmeno esclusa l’attendibilità della pista cinese ma fino a venerdì il binario principale resta quello di negoziare con i franco-indiani. Non è solo sull’ex Ilva, tuttavia, che il governo accelera.

Il dossier Alitalia, dalle parti di Palazzo Chigi, è visto con la medesima attenzione di quello che riguarda lo stabilimento tarantino. E, anche sul fronte della compagnia di bandiera italiana, si respira un prudentissimo ottimismo. Con un’appendice: tra i potenziali acquirenti di Alitalia potrebbe esserci anche Lufthansa, compagnia di bandiera (privatizzata) di quella Germania governata da Angela Merkel, con cui Conte ha un rapporto più che mai saldo.

Possibile che l’amicizia tra il premier e la cancelliera possa avere una qualche influenza sul dossier Alitalia? Indizi concreti non ce ne sono. C’è da registrare, tuttavia, che dopo il bilaterale dell’11 novembre a Roma, Conte e Merkel tornano a vedersi, nella Cancelliera federale di Berlino, in occasione del “G20 Compact with Africa”. Presenza, quella di Conte, particolarmente apprezzata dalla Merkel.

Diversi, del resto, sono i temi su cui Italia e Germania condividono una visione, a cominciare dal “Green New Deal”. E non è escluso che la sinergia italo-tedesca sulle rinnovabili abbia anche degli effetti pratici. Già nel bilaterale di Roma, Conte, non a caso, aveva parlato alla Merkel del caso ex Ilva. Un caso che il premier vuole affrontare non solo guardando al salvataggio dello stabilimento ma mettendo in atto un “Cantiere Taranto” che rilanci l’intera città in chiave “green”.

E intanto, da qualche giorno, il canale con Mittal è stato riaperto. Nel fine settimana l’ad di ArcelorMittal Italia Luciana Morselli ha visto il titolare del Mef Roberto Gualtieri e all’incontro è succeduto quello tra il ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e Aditya Mittal.

Si tratta, sotterraneamente, su esuberi e allungamento del prestito da parte del governo sono due dei termini principali della trattativa. Ma su un punto il governo non ha margine: il ripristino dello scudo penale. Su questo Conte dovrà chiedere un atto di responsabilità alla pattuglia, consistente, del M5S che è pronta a tutto pur di non votarlo.

Anche perché, in caso di bocciatura dello scudo, oltre all’ex Ilva a rischiare è il governo. Eppure, anche sulla trincea anti-scudo del Movimento, nel governo c’è maggiore ottimismo: “si sta assottigliando”, spiega una fonte della maggioranza.

Di certo, da un lato nel governo c’è la consapevolezza che Mittal sia “spaventata” dal fronte giudiziario apertosi sul dossier e, dall’altro, c’è la certezza che lo scudo servirà anche in caso di altre cordate. Il governo, infatti, non esclude piani B o C e si va dal ritorno di un commissario (con prestito ponte) a piste inedite, come quella cinese nella quale l’Italia potrebbe muoversi nel solco dei buoni rapporti di Luigi Di Maio con Pechino,

Rumors di maggioranza raccontano che al ministro degli Esteri sia stato chiesto di sondare la pista. Il modello? Potrebbe essere quello dell’acquisto di British Steel da parte di Jingye.

(dell’inviato Michele Esposito/ANSA)

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