Hong Kong, caso diplomatico tra Cina e Gran Bretagna

La ministra chinese Teresa Cheng ripresa in un video mentre cade a terra durante una contestazione da parte di un gruppo di manifestanti a Londra. (es.news-front.info)

PECHINO. – La visita a Londra del segretario alla Giustizia di Hong Kong, Teresa Cheng, si trasforma in un caso diplomatico tra Cina e Gran Bretagna.

Pechino ha chiesto di indagare e di fare immediata luce sull’incidente che giovedì sera ha coinvolto Cheng, contestata con veemenza da una trentina di manifestanti pro-democrazia dell’ex colonia, finendo per terra e ferendosi lievemente al braccio, non è chiaro se perché inciampata o spinta.

Il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha sollecitato l’arresto e la consegna alla giustizia degli autori dell’atto a tutela di tutto il personale cinese nel Paese.

“Invitiamo la parte britannica a essere cauta su Hong Kong e a non inviare segnali sbagliati, evitando interferenze in affari interni della Cina”, ha aggiunto il portavoce, cogliendo al volo l’occasione per bacchettare i commenti sempre più preoccupati del Foreign Office sugli scontri ancor più aspri tra dimostranti e polizia per le proteste giunte quasi al sesto mese di fila.

La Cina “chiede alla Gran Bretagna di proteggere la sicurezza e l’integrità di tutti i cinesi nella nazione”, ha rincarato Geng, secondo cui “fermare la violenza e restaurare l’ordine è l’obiettivo più urgente per Hong Kong. La Cina supporterà il governo di Hong Kong, la polizia nell’applicazione della legge e la magistratura per punire i criminali”.

L’incidente è accaduto nel mezzo della missione di Cheng a Londra per promuovere l’ex colonia addirittura come foro per la risoluzione delle dispute.

In un video, diventato virale sui social, si vede il confronto che Cheng ha con i manifestanti che in cantonese scandiscono gli slogan più popolari delle proteste, a partire dal “cinque richieste, non una di meno”.

Il segretario alla Giustizia è stata una persona chiave nella stesura della controversa legge sulle estradizioni in Cina, all’origine delle proteste, ritirata in via definitiva solo a ottobre.

Secco il comunicato della polizia londinese: “Una donna è stata portata in ospedale dal London Ambulance Service per una ferita al braccio. Le indagini sono in corso per stabilire la piena dinamica dei fatti. In questa fase non ci sono arresti”.

Le manifestazioni, all’indomani del monito del presidente Xi Jinping per il ritorno immediato alla calma, sono andate avanti per il quinto giorno di fila senza scossoni, ma con un’impennata serale a Nathan Road dopo che il segretario capo del governo, Matthew Cheung, non ha voluto dare rassicurazioni sulla conferma delle elezioni distrettuali in calendario il 24 novembre.

La Borsa, termometro per misurare i timori degli investitori, ha chiuso una settimana nera con una perdita complessiva del 4,8%, la più ampia da agosto. Neanche l’imminente quotazione di Alibaba ha risollevato i listini. Mentre le stime del Pil di Hong Kong per il 2019 sono in rosso (-1,3%) per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2009.

Due studenti tedeschi di 22 e 23 anni, infine, sono stati arrestati nelle manifestazioni tenute a Tuen Mun, nei Nuovi Territori: sono accusati a vario titolo di adesione a un evento non autorizzato e dell’uso proibito della mascherina.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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