Moto, Lorenzo si ritira: “Così non potevo più vincere”

Jorge Lorenzo cade dalla moto nelle libere ad Assen. (tuttomotoriweb.com)

ROMA. – Un ritiro precoce, dopo una carriera da fenomeno, ma una stagione sfortunata che lo ha provato fisicamente a causa dei troppi incidenti. E messo alla prova emotivamente, per quel confronto alla fine impari con il campionissimo Marquez.

Jorge Lorenzo esce di scena: a Valencia domenica correrà la sua ultima gara da pilota professionista, dopo averne disputate 293, vincendone 68. Lascia con cinque titoli mondiali conquistati, due in 250 e tre nella Motogp, l’ultimo nel 2015. Il magnifico tris in Yamaha.

“É molto difficile per me, ma questa sarà la mia ultima gara in Motogp” l’annuncio del 32enne di Palma di Maiorca, nella conferenza stampa straordinaria convocata proprio per ufficializzare l’addio.

Che in tanti forse si aspettavano dopo un’annata storta, segnata dall’assenza di risultati e dalle cadute: quella al Montmelò, e subito dopo nelle prove libere ad Assen. Ed è stata proprio quella sulla pista olandese a far capire al maiorchino che forse era arrivato il momento di dire basta.

“Avevo iniziato a vedere la luce alla fine del tunnel – ha raccontato il pilota – dopo ci sono stati il brutto incidente a Barcellona e poi l’altra caduta ad Assen con tutte le conseguenze. Mentre rotolavo sull’asfalto pensavo ‘Jorge ne vale davvero la pena? Dopo tutto quello che hai fatto, forse è orma di smettere’. Poi però ci ho pensato a mente fredda e ho deciso di continuare: ma da allora la salita è diventata così ripida che non ho trovato la motivazione per continuare a scalare questa montagna”.

A rendere tutto più spinoso lo scarso feeling con la moto in casa Honda, e la difficile coesistenza con Marquez. “A livello personale mi hanno trattato benissimo – ha spiegato – E hanno sempre voluto tutti che continuassi nel 2020, se ho detto basta è stato per una decisione mia. Ma allo stesso tempo la moto 2019 mi ha creato problemi, non si adatta completamente al mio stile di guida, per cui non ci sono stati miglioramenti tecnici. Marquez è la priorità, quindi era lui il punto di riferimento, seguivano lui. L’ho sempre capito, era giusto così. Il mio percorso è iniziato male con la lesione dello scafoide, poi sono caduto di nuovo, la moto non mi piaceva, i risultati non arrivavano e nemmeno i miglioramenti”.

Lorenzo, sorridente ma emozionato (non ha trattenuto le lacrime quando la platea gli ha riservato la standing ovation e il capo della Dorna, Carmelo Ezpeleta gli ha annunciato l’ingresso tra le Legend della Motogp) ha ripercorso brevemente la sua carriera, tratteggiandone i momenti cruciali.

“Quando vinci la tua prima gara, o il tuo primo mondiale e alla fine quando annunci il ritiro – ha sottolineato – Io sono un perfezionista, amo correre ma amo vincere, non finire le gare. In questo momento della mia carriera gli obiettivi che avevo in testa non erano realistici. Mi sono reso conto che vincere non era più possibile”.

Gli anni in Yamaha (“i più belli”), poi le sfide in Ducati a caccia di nuovi stimoli: infine l’approdo alla Honda, dove però la moto – confessa – è fatta su misura per Marquez: “É difficile da guidare per gli altri piloti”.

Ringrazia tutti Lorenzo: si reputa un “ragazzo fortunato” che nella vita ha potuto realizzare il suo sogno. Ringrazia i team che lo hanno accolto e sostenuto, i piloti, amici e rivali: anche Valentino Rossi e quel duello in Yamaha.

“Con Rossi ci amiamo quando siamo molto lontani, quando siamo vicini siamo molto competitivi e passiamo all’odio… Quando lottavamo per il titolo era difficile. Ma è normale, fa parte dello sport. Ma sono felice di aver gareggiato con piloti così”.

Il futuro lontano dalla pista è ancora da scrivere: “In questo momento il ritiro è la mia scelta, al 99% non tornerà. C’è un 1% ancora aperto”. A 32 anni a Valencia l’ultimo gp, e il motomondiale perde uno dei suoi più grandi campioni.

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