Trump tradito dalle urne, cresce la paura per il 2020

Il nuevo governatore di Kentucky, il democratico Andy Beshear, e sua moglie, festeggiano la vittoria. (MarketWatch)

WASHINGTON. – Donald Trump tradito dalle urne nel primo test elettorale ad un anno dalle presidenziali, mentre comincia a cedere il muro difensivo contro l’impeachment. Il presidente ha subito ieri uno schiaffo in due delle tre principali elezioni del Super Tuesday, atteso come banco di prova della sua popolarità sotto il crescente fuoco incrociato dell’indagine sull’Ucrainagate, che dalla prossima settimana entrerà nelle case degli americani con le prime testimonianze pubbliche.

I democratici, facendo campagna su temi concreti, come la sanità, il salario minimo e il controllo delle armi da fuoco, hanno strappato il governatore in Kentucky e hanno riconquistato l’intero parlamento in Virginia per la prima volta in 25 anni.

“Questa vittoria storica dovrebbe far tremare Donald Trump e tutti i repubblicani”, ha commentato il presidente del partito democratico, Tom Perez.

Il tycoon può consolarsi in Mississippi, solido “red state”, dove i repubblicani mantengono la carica del governatore. Ma nel complesso, ammettono fonti della Casa Bianca, si tratta di un “cattivo presagio”, anche se secondo un sondaggio Politico/ Morning Consult la maggioranza degli elettori registrati (56%) pensa che sia in qualche modo probabile che Trump sia rieletto.

La sconfitta più cocente è quella in Kentucky, dove il tycoon era sceso in campo personalmente per sostenere il governatore repubblicano uscente Matt Bevin. “Se si perde si invia un bruttissimo messaggio”, aveva ammonito lunedì scorso nel suo ultimo comizio.

Il giorno dopo a vincere è stato lo sfidante democratico, il 41enne attorney general Andy Beshear. La differenza è stata minima (49,2% contro 48,9%, solo 5100 voti) e Bevin non ha ancora concesso la vittoria ma per Trump l’esito resta imbarazzante in questo Stato che nel 2016 aveva conquistato con uno scarto del 30% contro Hillary.

A fare la differenza tra l’altro sono state le benestanti zone suburbane, un terreno di battaglia che deciderà anche le presidenziali. Il presidente ha reagito twittando che grazie al suo appoggio Bevin “ha guadagnato almeno 15 punti negli ultimi giorni ma forse non abbastanza (le fake news incolperanno Trump)”, anche se tutti i sondaggi recenti indicavano un testa a testa.

C’è da dire però che Bevin era uno dei governatori più impopolari del Paese e che i repubblicani hanno vinto tutti gli altri posti in gioco in Kentucky, segno che gli elettori hanno bocciato il governatore e non il suo partito.

Storica vittoria dei dem anche in Virginia, dove riprendono il controllo di Camera e Senato dopo una generazione e una campagna contro le armi da fuoco galvanizzata dalla sparatoria in maggio a Virginia Beach. Ora controllano tutte le leve del potere, avendo anche il governatore. Qui Trump non ci aveva messo la faccia: lo Stato gli è ostile e già nel 2016 era stato sconfitto dalla Clinton.

In Mississippi invece il candidato repubblicano Tate Reeves ha battuto il rivale Jim Hood (52,2% a 46,5%), un dem moderato anti aborto e pro armi. “Il mio comizio di venerdì ha fatto crescere i numeri da un testa a testa ad una grande vittoria”, si è vantato il tycoon su Twitter. Qui quattro anni fa aveva piantato la sua bandiera con 18 punti di vantaggio su Hillary.

A rafforzare il successo dem anche il mantenimento del parlamento in New Jersey (pur con qualche perdita) e la conquista del governo locale in alcuni distretti suburbani di Philadelpia, in Pennsylvania, Stato cruciale per la rielezione di Trump.

Il presidente pensa già alla prossima sfida del 16 novembre in Louisiana, dove è volato oggi per sostenere Eddie Rispone, che nei sondaggi è molto indietro sul governatore dem uscente John Bel Edwards. Potrebbe essere un’altra debacle, in uno Stato da lui vinto nel 2016 con il 20% di scarto.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)