Bolivia: Osa appoggia revisione del processo elettorale

Manifestanti oppositori bruciano le schede elettorali in Bolivia. (Panorama)

LA PAZ. – In una sessione straordinaria il Consiglio permanente dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha approvato una Dichiarazione, sostenuta da 13 Paesi, in cui si appoggia la revisione (auditing) integrale del proceso elettorale svoltosi il 20 ottobre e si chiede la sospensione dell’ondata di violenze registrata in varie regioni da due settimane.

In particolare la Dichiarazione determina “appoggiare la realizzazione di una analisi di integrità elettorale da parte dell’Osa in Bolivia, secondo quanto stabilito nell’accordo sottoscritto fra la Bolivia e la segreteria generale dell’Osa”.

Hanno firmato il documenti i rappresentanti di Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Stati Uniti, Guatemala, Honduras, Paraguay, Perù e Venezuela.

Ieri sera, in un “cabildo” (assemblea popolare) svoltosi a Santa Vruz, nel sudest della Bolivia, il comitato civile ha deciso di inasprire la protesta a sostegno della richiesta di rinuncia da parte del presidente Evo Morales, attraverso la “paralizzazione” e “protezione” di tutte le istituzioni pubbliche e delle frontiere.

Quest’ultima misura significa secondo il presidente del “Comité pro Santa Cruz”, Luis Fernandoi Camacho, che “non entrerà più neppure un peso nelle casse dello Stato”.

Dopo aver chiarito che si tratta di una decisione adottata dai comitati civici e dal e dal Comitato nazionale per la democrazia (Conade), Camacho ha quindi letto una missiva indirizzata a Morales a cui sarà allegata una bozza di lettera di rinuncia da parte del capo dello Stato.

“Non ritornerò a Santa Cruz – ha concluso – fino a quando non avrò in mano la lettera di dimissioni di Morales”.

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