Delhi soffoca, distribuite milioni di maschere antismog

Pedoni camminano a Nuova Delhi in mezzo a una nuvola di smog.
Pedoni camminano a Nuova Delhi in mezzo a una nuvola di smog. (TGcom24)

NEW DELHI. – “Delhi è diventata una camera a gas”, ha sintetizzato oggi con efficacia il governatore della capitale indiana Arwind Kejriwal, dopo che un comitato di esperti nominati dalla Corte Suprema ha lanciato l’emergenza salute pubblica per le condizioni della città.

Il picco di inquinamento dell’aria è infatti in continua crescita da ieri, e dalla notte scorsa ha raggiunto livelli “molto preoccupanti”.

L’AQI, l’indice medio di qualità dell’aria, che misura i veleni che si respirano, è pari a 480: a 500 c’è una minaccia seria per la salute di bambini, anziani, convalescenti e  cardiopatici.

Numerose misure sono state prese in tutta fretta dall’amministrazione: le scuole di ogni ordine e grado saranno chiuse fino al 5 novembre e i bambini sono stati invitati a restare all’interno delle case, evitando le attività all’aperto e i giochi nei parchi.

È stata avviata la distribuzione porta a porta di 5 milioni di maschere antismog in tutte le famiglie nelle quali ci siano bambini o anziani. L’Epca, il Dipartimento per la prevenzione e il controllo dell’inquinamento, ha fermato tutti i lavori di costruzione e i cantieri, sia edili che stradali, fino al 5 novembre.

Il Dipartimento ha anche bloccato tutte le aziende della cintura industriale che utilizzano petrolio o carbone e che non si sono convertite al gas naturale o ai biocarburanti. E ha proibito di bruciare all’aperto ogni tipo di plastica e rifiuti. Sul fronte del traffico, da domani scatterà fino al 12 la circolazione a targhe alterne.

Un’apocalisse che creerà enormi disagi e avrà pesanti conseguenze economiche. Ma un’apocalisse necessaria per evitare conseguenze ancora più pesanti: oggi Delhi si è svegliata per il secondo giorno consecutivo avvolta in una coltre di smog che limita la visibilità e che rende difficile anche respirare normalmente.

La frase del governatore, che ha definito la sua città “una camera a gas”, non è una resa, ma un attacco politico, molto deciso, verso i colleghi degli Stati confinanti accusati di non intervenire per bloccare i contadini: la tesi di Kejriwal e di molti esperti, infatti, è che gran parte dei veleni che ammorbano la capitale in questi giorni derivino dagli incendi delle stoppie per preparare i campi alle nuove semine, negli Stati dell’Haryana e del Punjab.

In effetti, rilevazioni satellitari della Nasa ieri hanno mostrato oltre 3500 incendi accesi poco a nord della capitale. Ma oltre alle abitudini dei contadini, va registrata anche l’incoscienza degli abitanti di Delhi che, incuranti dei pericoli e dei divieti, la notte di Diwali hanno acceso migliaia di fuochi d’artificio in tutti i quartieri.

Unico dato positivo, secondo gli esperti, è che l’emergenza di queste ore – i disagi, le maschere filtranti, verso le quali gli indiani nutrono forti resistenze, l’allarme generalizzato, le bronchiti – può portare a qualcosa di nuovo: la consapevolezza della serietà del problema sembra ormai diffusa. L’India, o almeno Delhi, sta per dichiarare una seria guerra all’inquinamento.

(di Rita Cenni/ANSA)

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