Dopo il pestaggio esultanza via chat, presa baby gang

Due ragazzi, ripresi di spalle, prendono a calci un loro coetaneo.
Due ragazzi, ripresi di spalle, prendono a calci un loro coetaneo.

NAPOLI. – Non doveva passare in quella strada e così lo hanno prima accerchiato, poi colpito con dei caschi e poi con delle cinghie. Un pestaggio messo in atto da nove persone contro un 19enne. Una banda composta soprattutto da sette minorenni, di età tra i 16 ed i 17 anni. Ragazzi con qualche precedente, come guida senza patente, alcuni provenienti da famiglie umili, che poi si vantavano, e si esaltavano, dei loro gesti criminali su una chat di whatsapp.

Adesso, nel Napoletano, sono scattate le ordinanze. Ed è stata ricostruita una vicenda che è costata alla vittima una prognosi di nove settimane. E’ accaduto tutto lo scorso mese di luglio, a Brusciano (Napoli) nel rione di edilizia popolare “ex lege 219”. Il 19enne stava semplicemente passeggiando ma non era di quel quartiere e così, secondo la banda, da lì non doveva permettersi di passare. Da qui il pestaggio, violento.

Prima lo hanno accerchiato e lo hanno colpito con i caschi. Il ragazzo ha provato a fuggire e così i nove hanno iniziato ad inseguirlo e colpirlo con delle cinghie. Colpi su colpi dai quali il 19enne è riuscito a scappare grazie all’aiuto di una donna del quartiere che lo ha fatto rifugiare in casa sua.

Una banda, quella dei giovanissimi del rione ‘ex lege 219’, non nuova a violenze del genere: alcuni dei minorenni coinvolti nel pestaggio, infatti, in seguito alle indagini sono risultati coinvolti anche in una rissa scoppiata il 25 agosto scorso durante la Festa dei gigli di Brusciano.

Un pestaggio, quello messo in atto, che è finito dritto su una chat di whatsapp dove i nove indagati si vantavano e soprattutto si esaltavano per quello che avevano fatto. Una chat che, però, gli è costata parecchio visto che è stata uno degli elementi determinanti a far scattare le ordinanze.

L’attività coordinata dalla Procura per i minorenni di Napoli e dalla Procura presso il tribunale di Nola, delegata ai carabinieri di Brusciano, ha consentito di ricostruire la dinamica, i partecipanti, i ruoli. I ragazzi maggiorenni – 18 e 19 anni – sono finiti ai domiciliari; i minorenni sono stati condotti in comunità.

Per tutti questi i reati contestati: il concorso in lesioni gravi, minaccia grave e danneggiamento, aggravati dall’aver agito in più persone e con l’uso di caschi e cinture per colpire la vittima.