Ance: Anno difficile, non si vede luce.749 opere bloccate

La nuova autosratada Gronda in progetto a Genova. (il secolo XIX)

ROMA. – L’edilizia è sprofondata in una crisi infinita e ancora “non vede la luce in fondo al tunnel”. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, aprendo l’assemblea dell’associazione e sollecitando le “istituzioni” a dare “moltissime attenzioni” ad un settore fondamentale per la crescita economica del paese.

Istituzioni rappresentate in platea dal premier, Giuseppe Conte, dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e dalla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli.

“É stato un anno difficile perché di lavoro ce n’è ancora troppo poco. E perché nonostante gli sforzi fatti alcune delle riforme, che come Ance abbiamo proposto e contribuito a far approvare, rimangono ancora tutte da attuare o completare”, sottolinea il presidente, denunciando quindi che la lista delle opere bloccate “è ancora lunga” per un totale di 749 per 62 miliardi di euro.

“Nell’elenco c’è di tutto: scuole, ospedali, strade e anche fondamentali opere di messa in sicurezza come quelle che riguardano il letto del fiume Sarno, noto per la tragica frana di oltre 20 anni fa che causò 160 morti”, afferma Buia, precisando che si tratta di “220 milioni non utilizzati per un’opera che può salvare vite umane”.

E il presidente dei costruttori punta il dito anche contro la burocrazia “Soviet” che strozza cittadini e imprese, sollecitando a combatterla.

Il premier Conte risponde nel suo intervento spiegando che il governo sta “operando con lo sblocca cantieri” e “ricorreremo al commissario ad hoc sempre più frequentemente, quando lo riterremo necessario”.

Il Presidente del Consiglio promete anche una soluzione per saldare i debiti dello Stato nei confronti delle imprese edili e pari a 8 miliardi. “Sicuramente una soluzione dobbiamo trovarla. Non potete essere in crisi perché non riuscite a recuperare dei crediti erariali. Quindi gli 8 miliardi che lo Stato vi deve sono sacrosanti”, dichiara Conte, aprendo anche ad un futuro tavolo tecnico sul reverse charge.

“Un settore in crisi non può essere oggetto di interventi punitivi, fra virgolette, c’è una norma studiata per evitare i mancati versamenti contributivi, ma se pone criticità ragioniamoci”, dice il premier.

A cercare di rassicurare i costruttori sono anche i ministri De Micheli e Patuanelli. La ministra delle Infrastrutture  sottolinea che è stata chiamata “per fare le infrastrutture, gli investimenti, sbloccare ciò che è bloccato e mettere risorse a terra”.  E in quest’ottica aggiunge: “Abbiamo accreditato sul conto del ministero delle infrastrutture 16 miliardi l’altro giorno”.

Risorse che da “subito” permetteranno di finanziarie una serie di opere, tra cui i lavori di ammodernamento della Salaria ed interventi sulle ferrovie regionali, precisa De Micheli.

Dal canto suo il ministro dello Sviluppo si impegna a convocare al Mise “entro la fine dell’anno” il settore dell’edilizia “perché è fondamentale che i ministerio si siedano con Ance per trovare assieme soluzioni e proposte, che sono interdisciplinari”.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)