WASHINGTON. – Abu Bakr al Baghdadi è stato tradito da uno dei suoi uomini più fedeli, un militante di vecchia data che voleva vendicarsi dell’assassinio di un Parente ordinato dai vertici dell’Isis.
A ricostruire l’identikit della talpa che ha portato i Rambo Usa nel nascondiglio del Califfo è il Washington Post, spiegando come ora l’uomo e la sua familia incasseranno la taglia che pendeva sulla testa del leader dello Stato islamico, un assegno da 25 milioni di dollari.
Baghdadi, la cui vita da anni era avvolta nel più assoluto mistero, probabilmente mai avrebbe immaginato di cadere per mano di chi si occupava della sua sicurezza. L’informatore faceva infatti parte della ristrettissima cerchia di miliziani addetti alla protezione del capo, e si occupava in particolare dei suoi spostamenti.
Dunque, quasi sempre a conoscenza dei luoghi in cui al Baghdadi si nascondeva, compresa la fitta rete di tunnel e cunicoli sotterranei in cui il terrorista ha trovato la morte, alle porte di Idlib, nel nordovest della Siria.
Arabo sunnita e animato da spirito di vendetta, l’uomo è riuscito a ritagliarsi prima il ruolo di delatore a beneficio dei militanti curdi delle Syrian Democratic Forces, alleate degli Usa nella lotta all’Isis. Poi la gestione delle sue confidenze è passata nella mani dell’intelligence americana, che ha impiegato settimane nel valutare la reale attendibilità e affidabilità della talpa.
A convincere definitivamente sulla bontà della fonte, la consegna nelle mani degli Usa degli elementi che sono risultati determinanti per identificare e individuare al Baghdadi, soprattutto quei brandelli di biancheria intima e quel campione di sangue che hanno permesso di risalire al Dna del Califfo.
A quel punto è stato deciso il raid, prima che il ricercato numero uno al mondo potesse fiutare qualcosa e fuggire. La talpa quindi sarebbe stata presente durante il blitz delle forze Usa, guidandole e mettendole in guardia dal fatto che spesso al Baghdadi indossava cinte o giubbotti esplosivi, determinato a uccidersi piuttosto che a consegnarsi ai nemici.
Solo due giorni dopo l’operazione conclusasi con successo la talpa sarebbe stata esfiltrata, portato fuori dalla Siria per proteggere lui e la sua famiglia e aiutarlo a rifarsi una nuova vita grazie alla pesantissima taglia incassata.