Poste: Cento milioni di pacchi ma non basta

Un postino consegna un pacchetto al suo destinatario. (WED)

ROMA. – “Nel 2019 i nostri portalettere hanno consegnato circa 100 milioni di pacchi”. Questo il bilancio di Poste, quando mancano due mesi alla fine dell’anno. Per l’ad Matteo Del Fante è il segno che l’e-commerce ha fatto breccia anche in Italia, mostrando negli ultimi tre anni una “crescita significativa”. Ma se si guarda a quello che succede in Francia, Germania o Regno Unito allora i numeri appaiono ancora piccoli.

“Il nostro problema è che non abbiamo il network internazionale”, spiega l’amministratore delegato.  Oggi il servizio di Poste si ferma al confine, sia se si tratta di gestire consegne per le famiglie che per le aziende.

Un peccato per un Paese fatto di piccole e medie imprese che esportano, fa capire Del Fante. L’idea di affacciarsi oltre e creare una rete anche all’estero affascina il gruppo ma l’ad riconosce come si tratti di un percorso “ambizioso”. Poi ammette: “ci stiamo pensando e lavorando tanto ma è complesso e non posso dire di avere trovato una soluzione facile”.

L’occasione per guardare al futuro di Poste è stata l’audizione di Del Fante in commissione Lavori pubblici al Senato sul contratto di programma per il quinquennio 2020-2024, da sottoscrivere entro la fine dell’anno. All’indomani della convention che ha visto Poste portare nella Capitale 4 mila sindaci dei piccoli Comuni, è stato ribadito l’impegno a garantire il servizio su tutto il territorio.

Quanto alle grandi città, sopra i 100 mila abitanti, Del Fante ha ribadito che c’è un monitoraggio continuo e un dialogo con le singole realtà comunali per “rimodulare” la presenza in modo da “ottimizzarla”, magari “chiudendo l’ufficio da una parte per aprirne uno nuovo da un’altra”.

Ai senatori l’ad ha lasciato un documento di 23 pagine per un “nuovo Postal act”. Nel contratto di programma in discussione l’e-commerce non rientrerà ma ciò non significa che il tema sia messo da parte. Il gruppo invita le istituzioni, infatti, ad aprire una riflessione generale, che tocchi anche la definizione di servizio universale.

Lascia un commento