Conan, ecco il cane eroe che ha braccato al Baghdadi

Foto del pastore belga "Conan" postata da Trump su Twitter. (la Repubblica)

WASHINGTON. – Al Pentagono non si parla d’altro che di lei: ribattezzata “Zero Bark Thirty”, è il cane soldato che ha messo all’angolo Abu Bakr al Baghdadi nel tunnel senza uscita in cui il leader dell’Isis ha trovato la morte.

É lei la vera eroina della caccia al Califfo: sguinzagliata da uno dei Rambo della Delta Force, ha inseguito la preda nel buio cunicolo fino all’esplosione finale.

Il suo nome è Conan, come rivelato ad alcuni media, anche se i vertici militari non hanno ancora voluto svelarne ufficialmente l’identità. La foto invece è stata desecretata e postata su Twitter dal presidente Donald Trump che gli ha così reso omaggio: “Meravigliosa, ha fatto un gran lavoro!”.

L’immagine restituisce una bellissima femmina di pastore belga del tipo Malinois, proprio come Cairo, il cane dell’unità speciale K-9 che nel 2011 fu impiegato nel blitz dei Navy Seal in cui fu ucciso Osama bin Laden, nella roccaforte pakistana di Abbottabad.

Nello scatto d’ordinanza twittato dal presidente, Conan indossa un’imbracatura mimetica, quella a cui spesso vengono applicate le radio trasmittenti per impartire gli ordini anche a distanza.

Lo sguardo dolce, la lingua a penzoloni, nulla lascia immaginare la determinazione e, in alcuni casi, la ferocia di un animale che come un vero e proprio Rambo ha ricevuto un addestramento militare durissimo, per abituarlo anche alle  situazioni più estreme.

E in effetti Conan ha rischiato la vita, travolta dallo scoppio del giubbotto esplosivo di al Baghdadi e rimanendo ferita, per fortuna lievemente. Tanto che, spiegano quasi increduli al Pentagono, è già tornata al suo lavoro, pronta a partecipare ad altre delicatissime e pericolose missioni.

Il leader dell’Isis viveva in tunnel sotterranei, attrezzati con sistemi di ventilazione e illuminazione, e con librerie contenenti libri religiosi, ha affermato Mohammad Ali Sajid, il cognato di al-Baghdadi, in un’intervista trasmessa in Iraq e riportata dal New York Times.

Il Califfo comunicava con flash drive e consentiva a chi lo circondava di usare cellulari. Quando voleva cambiare postazione – riferisce – si spostava con due pickup Toyota Bianchi accompagnato da cinque uomini.

É stato un informatore dell’Isis a fornire le indicazioni che hanno poi portato al leader Abu Bakr al-Baghdadi. L’informatore ha ottenuto anche un pezzo di biancheria intima di al-Baghdadi e un campione del sangue del califfo che sono poi serviti per confermare con l’esame del Dna l’identità prima che il raid avesse luogo, secondo quanto riportato da Cnn.

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